Dopo due anni di studi l’Aiea, l’agenzia dell’Onu per l’energia atomica, ha consegnato al governo giapponese il rapporto sul piano per smaltire l’acqua di raffreddamento dell’impianto nucleare di Fukushima (nella foto), danneggiato dal terremoto e dallo tsunami del 2011. Il piano, presentato da Tokyo nel 2021, prevede lo sversamento nell’oceano di più di un milione di metri cubi d’acqua trattata con un sistema di filtraggio che elimina le particelle radioattive tranne una, il trizio. Secondo l’agenzia “l’impatto radiologico sull’ambiente e sulle persone sarà trascurabile”, ma Cina e Corea del Sud, così come i paesi del Pacifico meridionale, sono preoccupate. La Cina chiede di sottoporre il piano a “una rigorosa supervisione internazionale”, mentre Seoul aspetta il rapporto di una delegazione scientifica mandata a maggio in Giappone. Ma i più preoccupati, scrive l’Asahi Shimbun, sono i pescatori di Fukushima, che temono la pubblicità negativa per i loro prodotti. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati