Il 14 agosto l’ex presidente statunitense Donald Trump è stato incriminato in Georgia con l’accusa di aver tentato di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato per impedire a Joe Biden di insediarsi alla Casa Bianca. Secondo la procura, Trump e i suoi collaboratori avrebbero commesso una serie di reati cercando di ostacolare il processo elettorale, facendo dichiarazioni false e cospirando contro le istituzioni della Georgia. Al centro delle accuse c’è la registrazione di una telefonata in cui si sente Trump che cerca di convincere Brad Raffensperger, segretario di stato della Georgia, a trovare gli 11.780 voti che gli servivano per cambiare il risultato locale delle elezioni e ribaltare il verdetto nazionale. È la quarta incriminazione per Trump dall’inizio dell’anno. La terza era arrivata il 1 agosto, quando un grand jury di Washington lo ha mandato a processo con l’accusa di aver alimentato le bugie che il 6 gennaio del 2021 hanno portato i suoi sostenitori ad assaltare il congresso. Le altre due accuse riguardano l’occultamento e la distruzione di documenti riservati, che Trump ha portato via dalla Casa Bianca dopo la fine del suo mandato, e un pagamento fatto a un’attrice porno nel 2016, in una potenziale violazione delle leggi sul finanziamento delle campagne elettorali. L’ex presidente sostiene che questi procedimenti fanno parte di un piano dell’amministrazione Biden per ostacolarlo in vista delle elezioni presidenziali del 2024. “Trump”, scrive la Cnn, “è candidato alle primarie del Partito repubblicano e, secondo i sondaggi, ha un forte vantaggio sul governatore della Florida Ron DeSantis, il suo principale sfidante”. L’86 per cento degli elettori repubblicani pensa che le incriminazioni abbiano un movente politico. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1525 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati