Il 25 agosto l’India ha introdotto nuove limitazioni alle sue esportazioni di riso, sostenendo che sono necessarie per garantire la sicurezza alimentare del paese, scrive Bloomberg. La mossa è destinata a ridurre ulteriormente la disponibilità di cereali nel mondo, facendone salire i prezzi. Il governo di New Delhi ha annunciato un’imposta del 20 per cento sul riso parboiled, con effetto immediato. Ora l’India prevede limiti alle esportazioni di tutte le varietà di riso diverse da quello basmati, che costituiscono l’80 per cento delle sue forniture totali. Attualmente il paese asiatico ha una quota del 40 per cento nel commercio mondiale di riso. I prezzi del cereale, un alimento base per metà della popolazione del pianeta, erano già ai livelli più alti degli ultimi quindici anni a causa degli effetti della guerra in Ucraina e della crisi climatica. Ora aumenteranno le difficoltà per i paesi grandi importatori di riso, come le Filippine e diversi stati africani, rallentando la ripresa economica di quelli colpiti duramente dalla pandemia di covid-19. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1527 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati