Ricostruire quella parte di Marocco che è rimasta esclusa dai grandi progetti di sviluppo degli ultimi vent’anni dovrebbe essere una priorità per il governo dopo il terremoto dell’8 settembre, scrive il settimanale Tel Quel. Oltre alla provincia di Al Haouz, la più colpita dal sisma, l’attenzione delle autorità dovrebbe rivolgersi a quelle regioni che hanno accolto gli sfollati e che fanno i conti con il sovraccarico delle strutture sanitarie pubbliche. Con un solo centro ospedaliero universitario a Marrakech e un ospedale provinciale a Taroudant, il ministero della salute ha dovuto inviare delle unità mobili nelle località più sperdute, ma serve che il governo colmi il divario tra le diverse parti del paese. Riguardo alla ricostruzione dei villaggi di montagna, l’architetto Elie Mouyal, specialista di edifici in argilla, mette in guardia dalla cementificazione e dalla tentazione di “una modernità a basso costo che distruggerebbe equilibri antichi”. Invece di portare soluzioni da fuori, dice Mouyal, è importante lasciare alle comunità la possibilità di ricostruire con materiali tradizionali. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati