C’è della musica in questo libro brillante e scomodo. Per la maggior parte del tempo, però, è soffocata da altri suoni, non ultimo quello della voce narrante e sofferta di Jackson Clackton. Jaxie è un adolescente a rischio. Suo padre, Sid, è un alcolizzato violento, macellaio a Monkton, una piccola città dell’Australia occidentale. È un pericolo per se stesso e per tutti quelli che incontravano la sua rabbia omicida. Ma la fortuna interviene: Jaxie torna a casa e scopre che Sid è morto schiacciato dalla sua auto di lusso mentre la stava riparando. Jaxie prende alcune provviste, tra cui un binocolo che diventerà fondamentale nella storia, e si dirige verso l’arido orizzonte. Il timore è che non abbia altra scelta se non quella di emulare il caos distruttivo di suo padre. Invece incontrerà il misterioso Fintan MacGillis, vecchio, basso e grasso. Il romanzo diventa la storia di questi due uomini: uno che ha trovato una sorta di pace, l’altro che la cerca disperatamente. Il ritratto di Fintan è straordinario. Da otto anni vive in un capanno di pastori abbandonato accanto a un lago prosciugato; qualcuno gli porta delle provviste a Natale e a Pasqua. È un sacerdote, e non è chiaro perché sia stato costretto a una così profonda solitudine. Jaxie impiega molto tempo per fidarsi di Fintan ma, man mano che lo fa, si libera della corazza che la vita gli ha messo addosso. La spiritualità di Winton scava nell’animo umano al di là delle etichette.
Michael McGirr, Sydney Morning Herald
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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati