In Argentina ha vinto
la disperazione
◆ In Argentina è ancora molto vivo il ricordo della dittatura e le forze più conservatrici del paese difficilmente sarebbero arrivate al potere senza un travestimento. Ecco, dunque, il nuovo avatar dell’ultradestra: Javier Milei. Fonte inesauribile di gaffe e meme divertenti, è in realtà il cavallo di Troia che permetterà alle forze più fasciste del paese di governare per i prossimi quattro anni. Ha ragione Martín Caparrós (Internazionale 1539) a dire che questa scelta disperata del popolo argentino è un disastro completo e terribile. Il risultato di decenni di mal governo, di cui qualcuno a sinistra dovrà farsi carico.
Mattia Vacchiano
Il campo di battaglia del patriarcato vacillante
◆ Ho letto con interesse e passione l’articolo di Ida Dominijanni (internazionale.it) sul patriarcato. Mi sono interrogata sul perché in genere le donne siano più disposte a combattere pubblicamente delle battaglie (in qualsiasi ambito), per poi essere additate come seccanti, noiose, le solite rompiscatole. Perché l’uomo spesso non si espone su cose che pensa non lo riguardino? Conta il fatto che storicamente le donne sono sempre state oppresse? O il fatto che nella società l’uomo è sempre visto come forte e questo lo porta a ignorare il debole? Perché nel 2023 gli uomini non si interrogano sulle ragioni profonde per cui certe cose non vanno bene e categorizzano tutto come un’eccezione? Rispondono con indignazione “quello era un pazzo”, “come puoi paragonarmi a lui”, senza nemmeno sforzarsi di riconoscere che le basi del problema sono radicate nella nostra società. Vorrei urlare al genere maschile di smettere di disinteressarsi, o peggio, di sentirsi ferito ogni volta che ha paura di perdere qualche piccolo privilegio. Vorrei invitare gli uomini a essere più informati e consapevoli.
Martina Baldin
La scommessa degli a-ha
◆ L’articolo di Daniele Cassandro sugli a-ha è una boccata di ossigeno (internazionale.it). Chi li segue come me è abituato a sentirsi dire: “Ma esistono ancora?”. Siamo abituati a non leggere articoli (e quei pochi che ci sono spesso sono superficiali, per non dire imbarazzanti). Siamo abituati a viaggiare all’estero per poterli ascoltare e a comprare i cd online perché nei negozi neanche sanno chi siano. In Italia gli a-ha sono di nicchia ma meritano di più. Questo articolo gli rende giustizia.
Sara Pasolini
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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati