Cinque anni dopo l’ultimo tour internazionale, il collettivo brasiliano Bixiga 70 è tornato in Europa per promuovere il suo quinto album, Vapor. La band, formata da nove musicisti, fa musica strumentale ed è famosa per le sue festose esibizioni dal vivo e per le posizioni politiche prese contro il fascismo e l’ex presidente Jair Bolsonaro. Come Rio de Janeiro o Salvador, la città di São Paulo non è sfuggita alla rinascita del carnevale in Brasile. Nelle strade un tempo deserte milioni di persone si radunano attorno a piccoli palchi improvvisati. Il quartiere di Bixiga vive al ritmo di queste manifestazioni. Con il suo slogan “La strada appartiene a noi”, il collettivo di residenti Ocupai Bixiga (occupiamo Bixiga) ha l’obiettivo di fare del quartiere un centro culturale. È qui che i Bixiga 70 sono nati nel 2010 e hanno realizzato i loro primi tre album. Il nome Bixiga 70 deriva dal numero civico del loro studio, ma si riferisce ovviamente al gruppo di Fela Kuti, gli Africa 70. L’icona nigeriana è il loro modello. Il fondatore ed ex componente del gruppo, Mauricio Fleury, ne parla con rispetto: “Ha trasformato la tristezza di alcuni nella gioia di altri, è quello che cervavamo di fare noi. La lezione di Fela è quella della resistenza. Solo rimanendo liberi possiamo dare il meglio”. Dopo un periodo di crisi in seguito all’elezione di Bolsonaro, i Bixiga 70 si sono sciolti, ma sono rinati nel 2022, dopo la vittoria di Lula, inserendo nuovi musicisti nel collettivo.
S. de Langenhagen, Pam
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Questo articolo è uscito sul numero 1546 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati