All’ombra
dell’Olocausto

◆ L’articolo di Masha Gessen (Internazionale 1546) è una lezione di storia che chiarisce come si possa arrivare alla strumentalizzazione dei fatti più atroci. Il richiamo di Netanyahu alla shoah offende la memoria delle vittime. La shoah e la nakba sono entrambe catastrofi, come ricorda Gessen, e nessun popolo ne ha l’esclusiva. L’Europa dovrebbe muoversi da questo semplice principio a difesa del popolo palestinese, ma la memoria lo impedisce. Il vittimismo fa comodo ai carnefici di qualsiasi tipo per nascondere le vere vittime, e serve a Netanyahu per giustificare questo sterminio. Un solo sopravvissuto rappresenterebbe un pericolo per chi da decenni semina odio e distruzione.
Claudia Dalmastri

L’attore vittima di una società intollerante

◆ L’articolo sul suicidio dell’attore coreano Lee Sun-Kyun (Internazionale 1546) fa riflettere. Dobbiamo parlare del suicidio, delle sue cause e di come prevenirlo. Il sociologo Émile Durkheim, citato nell’articolo, ha dimostrato che una delle cause del suicidio è il rapporto dell’individuo con la società. Molti giovani si sono suicidati in relazione al bullismo su internet o alla competizione accademica. Abbiamo la responsabilità di non pretendere troppo dalle persone. Siamo tutti umani, soggetti a paure, errori e traumi. Tutti abbiamo le nostre debolezze e abbiamo bisogno di una società accogliente.
Antonio E. Nardi

I Cure e la loro salvifica vena pop

◆ Mi è piaciuto molto l’articolo di Daniele Cassandro sui Cure (internazionale.it). Già l’incipit centra in pieno la peculiarità di questa band: i Cure portano con sé un mondo che va oltre la musica. Hanno rappresentato un periodo in cui ci si identificava con il genere di musica che si ascoltava. Non potevi essere fan dei Cure e allo stesso tempo fan dei Queen, proprio perché erano anche due modi di essere antitetici. Nei loro dischi c’è di tutto, dal meraviglioso abisso di Pornography al “Let’s get happy!” di Doing the unstuck. Da “curista” preferisco il loro lato oscuro, ma Japanese whispers è un disco di canzoni “happy-sad” come solo loro sanno fare.
Mauro

Errata corrige

◆ Su Internazionale 1546, a pagina 78, il nuovo libro di Hisham Matar, My friends, è uscito a otto anni dall’ultimo.

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Questo articolo è uscito sul numero 1547 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati