“Decine di migliaia di persone (700mila secondo gli organizzatori) il 18 febbraio si sono riunite nella piazza dello Zócalo, a Città del Messico, per chiedere elezioni trasparenti e il rispetto delle istituzioni democratiche del paese”, scrive Milenio. In particolare i manifestanti difendono l’indipendenza dell’Instituto nacional electoral (Ine) e accusano il governo del presidente di centrosinistra Andrés Manuel López Obrador di volerlo indebolire e smantellare. Dal 2018, quando è stato eletto, Obrador sostiene che l’Ine è corrotto e spinge per riformarlo e ridurne il personale. Il 2 giugno in Messico ci saranno le elezioni presidenziali. Obrador non può ricandidarsi – la costituzione messicana autorizza un solo mandato – ma l’alleata del presidente Claudia Sheinbaum, ex sindaca della capitale, ha registrato ufficialmente la sua candidatura proprio il 18 febbraio ed è favorita nei sondaggi. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1551 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati