Non guardarmi
nel cervello

◆ Ho letto con curioso entusiasmo l’articolo sui progressi e i limiti delle nuove neurotecnologie (Internazionale 1550). Nell’articolo si evidenzia come gli scienziati coinvolti nelle ricerche abbiano da subito preso coscienza delle implicazioni etiche sulla privacy dello “spazio mentale” personale. Una scoperta eccezionale, infatti, non salvaguarda dai possibili usi impropri (vedi energia nucleare) e da possibili conseguenze negative. La plastica, per esempio, che all’inizio sembrava una rivoluzione in termini di praticità ed economicità, ha un impatto su ambiente e salute che non era stato calcolato. Il nostro cervello è “incarnato” in un corpo e quella che chiamiamo coscienza dipende molto dalle interazioni con la parte motoria e l’ambiente. Se in un futuro delegassimo questo aspetto ai comandi cerebrali mediati da macchine, quale potrebbe essere la nostra coscienza? Sembra d’intravedere un futuro distopico come nel film Matrix.
Dario Alimonti

Fattoria

◆ L’editoriale di Giovanni De Mauro (Internazionale 1549) sul ventesimo anniversario di Facebook si conclude con la speranza di una democratizzazione dei social network. Guardando a questo ventennio “zuckerberghiano” fa impressione scoprire quali siano stati i pensieri che portarono il giovane Mark, chiuso nella sua stanza di Harvard e soprattutto in se stesso dopo essere stato respinto da una ragazza, a ubriacarsi e a sviluppare in una notte di fine ottobre del 2003 l’idea di confrontare, a loro insaputa, alcuni studenti del college con degli animali e tra loro per far scegliere agli utenti il più bello. Se il social più diffuso al mondo nacque da un gesto di puro odio, perché dovremmo stupirci che gran parte del traffico sia sempre più mosso da sentimenti negativi e di astio?
Luca Capulli

Scrivimi quando arrivi a casa

◆ L’articolo di Claudia Torrisi è assolutamente realistico (internazionale.it). La limitazione di libertà che si impone alle donne è grave. Tutte le lotte e le manifestazioni non hanno allentato questa primitiva violenza, che invece sembra quasi rafforzata. Non condividerò mai questa mentalità violenta.
Marisa Cannone

Errata corrige

◆ Su Internazionale 1550, a pagina 23, Abidjan non è la capitale della Costa d’Avorio, ma la città più importante dal punto di vista economico. La capitale è Yamoussoukro.

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Questo articolo è uscito sul numero 1551 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati