“Dopo le primarie del 5 marzo, è sempre più chiaro che si sta andando verso una sfida tra Donald Trump e Joe Biden alle elezioni di novembre”, scrive il Boston Globe. Si votava in quindici stati, nel cosiddetto supermartedì. Nella primarie del Partito repubblicano Trump ha vinto in quasi tutti gli stati – compresi California, Texas e North Carolina – con margini molto alti su Nikki Haley. L’ex governatrice della South Carolina, che dopo il voto si è ritirata dalle primarie, ha vinto a sorpresa in Vermont, nel nordest del paese, e in alcuni stati ha ottenuto percentuali non trascurabili (tra il 20 e il 40 per cento). “Molti commentatori interpretano i risultati del supermartedì come un campanello d’allarme per Trump. Gli exit poll indicano che tra le persone che hanno votato per Haley alle primarie ce ne sono molte che non hanno intenzione di sostenere l’ex presidente a novembre”. Intanto qualche giorno prima del voto è arrivata una buona notizia per Trump dal fronte giudiziario: la corte suprema ha deciso all’unanimità che poteva candidarsi alle primarie repubblicane in Colorado, e di conseguenza nel resto del paese. A dicembre la corte suprema del Colorado aveva stabilito che Trump non avrebbe potuto partecipare alle primarie nello stato, per via del suo ruolo nell’assalto al congresso del 6 gennaio 2021. Il 5 marzo si sono tenute anche le primarie del Partito democratico. Come previsto, il presidente Biden ha vinto ampiamente in tutti gli stati. Ma tra i democratici crescono i timori legati alla sua età. Secondo un sondaggio del New York Times, il 73 per cento degli elettori pensa che Biden sia troppo anziano per guidare il paese in modo efficace. Lo pensa anche la maggioranza di chi lo ha sostenuto nel 2020. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1553 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati