Cambridge, autunno 1968. Syd Barrett, 22 anni, il pifferaio magico della psichedelia britannica, si è appena separato dal suo promettente gruppo, i Pink Floyd. A cinque minuti di bicicletta il grande scrittore E.M. Forster, 89 anni, se ne sta nelle sue stanze al King’s college ad aspettare il pudding. Questa coincidenza geografica è l’ispirazione alla base del romanzo di Haydn Middleton che immagina un’intima conversazione tra i due accanto al caminetto. Potreste chiedervi cosa può accomunare queste due figure così diverse eppure così distintamente inglesi. Barrett consumava lsd a palate e aveva molte donne. Forster (Morgan per gli amici) era un omosessuale nascosto che nei suoi diari confessava di non avere avuto idea, fino ai trent’anni, “di come un uomo e una donna si unissero”. Di cosa potevano parlare? Di biciclette? Eppure è uno scenario deliziosamente forsteriano. Qui c’è tutto: uno scontro tra culture pieno di malintesi, tentativi maldestri di comunicare nonostante la differenza di età e l’arte e le relazioni usate come mezzi per colmare la distanza tra loro. In troppe occasioni però la prosa è antiquata e zelante e Forster era pignolo ma non così difficile. Middleton è sicuramente più bravo a rendere il senso dell’umorismo di Barrett. Alla fine non possiamo non chiedercelo: questo libro è una forma particolarmente snob di fan fiction?
Johanna Thomas-Corr, The Observer
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Questo articolo è uscito sul numero 1558 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati