Sono almeno cento le vittime per le piogge torrenziali che all’inizio di maggio sono cadute nello stato del Rio Grande do Sul, alla frontiera con l’Argentina e l’Uruguay. Il governatore Eduardo Leite, del Partito della socialdemocrazia brasiliana (destra), ha parlato della peggiore catastrofe climatica nella storia dello stato, paragonandola a una situazione di guerra. Il 5 maggio le autorità locali hanno reso noto che più di 150mila persone sono state sfollate a causa delle inondazioni, scrive l’agenzia Reuters. Lo stesso giorno il presidente Luiz Inácio Lula da Silva è andato sul posto. Il suo governo ha dichiarato lo stato di calamità pubblica in più di 336 municipi, una misura che permette di accelerare gli aiuti alle zone colpite.
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Questo articolo è uscito sul numero 1562 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati