La perdita di biodiversità è il principale fattore di rischio di malattie infettive, più del cambiamento climatico, dell’inquinamento chimico e dell’introduzione di specie non autoctone. La perdita di habitat nei centri urbani, invece, è associata a una riduzione dei focolai. Lo conclude una meta-analisi pubblicata su Nature, che ha raccolto i dati di un migliaio di pubblicazioni scientifiche sulle interazioni ospite-parassita e sulle risposte delle malattie ai diversi fattori del cambiamento ambientale.
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Questo articolo è uscito sul numero 1563 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati