Dal 2006 la fotografa argentina Irina Werning ritrae persone con i capelli lunghi in America Latina. “Molte culture del mondo, dai nativi americani agli indiani sikh, credono che i capelli abbiano un significato speciale. Sebbene ogni cultura e credenza siano diverse, molte sono stranamente simili”, spiega Werning. Spesso questa pratica culturale è associata alle donne, ma nella città di Otavalo, nel nord dell’Ecuador, anche gli uomini e i ragazzi del popolo ­kichwa abbracciano questa tradizione. “Per loro i capelli lunghi sono un legame simbolico con le terre ancestrali, una connessione tra la natura e lo spirito”.

Nelle sue foto Werning ha ritratto persone della comunità, che spesso raccolgono i capelli in lunghe trecce. “La treccia è un simbolo di resistenza. Risale al trauma del taglio forzato dei capelli durante l’inquisizione spagnola”, spiega Werning. Nel corso dei secoli le nuove generazioni si sono scontrate con diverse forme di violenza e hanno spesso dovuto tagliarsi le lunghe chiome per sfuggire ad atti discriminatori. “Oggi però sembra che le cose siano cambiate: i più giovani non si vergognano e portano con orgoglio le trecce. Questa scelta simboleggia l’impegno a sostenere e difendere la tradizione, e una sfida contro le pressioni esterne”, spiega Werning.

Una famiglia di Otavalo.

I kichwa di Otavalo sono una comunità di circa 80mila persone, e rappresentano il 70 per cento della popolazione della città. Provengono dalle montagne andine della provincia di Imbabura. Chiamati anche otavaleños, lavorano soprattutto nel commercio di tessuti fatti a mano e artigianato locale, che vendono nel mercato della città, uno dei più grandi dell’America Latina, oppure viaggiando per proporli in altre regioni o paesi. “Mentre molte culture in tutto il mondo rischiano di indebolirsi o scomparire quando entrano in contatto con il mondo esterno, il popolo kichwa ha trovato il modo di affrontare le complessità della globalizzazione rimanendo fedele alle proprie radici”, sostiene Werning.

Nestor, 16 anni, e sua madre, Susana, guardano un torneo di calcio a Peguche, Otavalo.

L’Ecuador è un paese devastato dalla violenza da quando è diventato il crocevia ­­
dell’esportazione della cocaina prodotta nei vicini Perù e Colombia, ma la zona di Otavalo sembra un luogo sicuro. “Le bande di trafficanti per ora non entrano in città. La giustizia indigena è amministrata da capi o consigli locali chiamati cabildos. La durezza dei loro verdetti, che prevedono anche umiliazioni e punizioni pubbliche, spesso è un deterrente per i criminali”, dice Werning. ◆

Irina Werning è una fotografa argentina che vive a Buenos Aires. Le foto di queste pagine fanno parte del progetto La resistencia_, realizzato nel febbraio 2024._

Atiq, 14 anni, vende polli al mercato di Otavalo specializzato in animali vivi. Il mercato è anche un luogo di ritrovo per la comunità indigena.
Una famiglia di Otavalo.
Yarina ed Estefanía. “Per noi i capelli simboleggiano la vita, un’eredità che è necessario custodire per sempre”.
Oscar e sua figlia alla stazione degli autobus. La bambina, di otto anni, si aggrappa alla treccia del padre per non perderlo tra la folla.
Componenti della comunità kichwa a Otavalo.
Due ragazze della comunità. Il taglio dei capelli deve avvenire in sincronia con il ciclo lunare, che è legato al ritmo dei raccolti.

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Questo articolo è uscito sul numero 1563 di Internazionale, a pagina 66. Compra questo numero | Abbonati