Mentre le proteste continuano nel centro di Tbilisi, la presidente Salomé Zourabichvili ha messo il veto alla contestata legge che impone alle ong e ai mezzi d’informazione finanziati dall’estero di registrarsi come “portatori di interessi di paesi stranieri”. Il governo guidato dal partito conservatore e populista Sogno georgiano non sembra tuttavia disposto a fare concessioni, e vuole aggirare il veto presidenziale facendo di nuovo approvare la legge dal parlamento a maggioranza assoluta, obiettivo alla sua portata. “Oggi assistiamo al ritorno delle vecchie pratiche staliniste adattate alle condizioni sociali e alle tecnologie moderne”, scrive sul Moscow Times il giurista georgiano Davit Zedelashvili. “Il futuro della Georgia dipenderà dalla capacità del grande movimento di protesta di sconfiggere il regime e interrompere la pericolosa traiettoria presa dal paese”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1564 di Internazionale, a pagina 31. Compra questo numero | Abbonati