◆ L’estate del 2023 è stata la più calda degli ultimi duemila anni. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature che ha preso in esame le regioni temperate dell’emisfero settentrionale. Gli autori hanno confrontato le temperature dell’anno scorso e quelle delle estati precedenti in più modi. Rispetto alle misurazioni dirette fatte nel periodo tra il 1850 e il 1900, i mesi estivi del 2023 sono stati in media più caldi di 2,07 gradi. Secondo i ricercatori il dato è allarmante perché dimostra che “l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi del 2015, che prevedeva di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, è già stato superato”.

I dati storici però risalgono solo fino alla metà dell’ottocento e riguardano soprattutto l’Europa. Per ricostruire il clima del periodo preindustriale ed estendere la ricerca a tutto l’emisfero settentrionale, gli autori dello studio hanno fatto ricorso agli anelli di accrescimento degli alberi, che sono influenzati dalla temperatura e dall’umidità. Il periodo da giugno ad agosto del 2023 è risultato più caldo di 2,2 gradi rispetto alla media tra l’anno 1 e il 1890. L’aumento è stato di 3,93 gradi rispetto all’estate del 536, la più fredda di quell’arco di tempo, segnata da una grande eruzione vulcanica. Secondo gli autori i risultati della ricerca non possono essere automaticamente estesi a tutto il pianeta. Tuttavia la stima di un aumento di più di due gradi tra l’antichità e il presente rafforza l’urgenza di agire per azzerare le emissioni nette di gas serra.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1564 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati