“Chiudiamo i battenti, contro il vento e contro il fuoco”. Con un breve comunicato stampa diffuso alla metà di luglio, la casa editrice algerina Mim ha annunciato la propria chiusura. La decisione è legata alla pubblicazione di Houaria di Inaam Bayoud, la storia di una cartomante di Orano a cui si rivolgono persone di ogni classe sociale, che sono alla fine le vere protagoniste. All’inizio del mese il libro aveva vinto il prestigioso Grand prix Assia Djebar. Ma proprio la vittoria del premio, riservato ai romanzi in lingua araba, ha innescato una reazione a catena di polemiche, esplose definitivamente sui social network, che alla fine ha messo gli editori con le spalle al muro. Oltre a illustrare quelli che possono essere i danni delle battaglie culturali combattute sui social network, la vicenda restituisce l’immagine di un’Algeria profondamente spaccata tra i “progressisti”, difensori della libertà di espressione, e i “conservatori”, sempre pronti a denunciare gli attacchi ai “valori” della nazione. I critici di Houaria lo hanno definito un insulto a tutte le donne di Orano. Le Monde
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Questo articolo è uscito sul numero 1573 di Internazionale, a pagina 81. Compra questo numero | Abbonati