L’idea di Angelina Jolie nei panni di Maria Callas è un gioco interessante, soprattutto se è diretta da Pablo Larraín. Però il playback non funziona. L’autore ha detto che verso la fine, quando la voce di Maria Callas è debole e spezzata, Jolie ha cantato davvero. Ma non stiamo parlando di una biografia di Freddy Mercury o di Bob Marley. Punteggiare un film con scene in cui Jolie, travestita da Callas, fa coraggiosamente finta di intonare celeberrime arie della Tosca o della Norma, nel migliore dei casi confonde. Se almeno il dramma costruito intorno a queste scene, scritto da Larraín e Steven Knight e concentrato sugli ultimi cinque giorni di vita di Maria Callas, fosse stato un po’ avvincente. Invece risulta stancamente piatto.
Kevin Maher, The Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 81. Compra questo numero | Abbonati