Il Sole è sparito, lasciando solo un pallido buco lì dove brillava un tempo. Connor descrive la sua mancanza come “un’accecante assenza grigia”. Alla gente non sembra importare molto : “Vanno al lavoro, si tagliano le unghie e fanno il bucato”. Forse è la carenza di vitamina D a renderli così indifferenti. Non sapendo che altro fare il nostro narratore (che rimane senza nome fino quasi alla fine) parte in auto per Phoe­nix. Il Sole, secondo le sue ricerche, dovrebbe nascondersi lì da qualche parte. Anzi lui ha proprio le coordinate esatte che portano a un punto decisamente banale della città. Come in tutti i romanzi on the road il narratore incontra diversi personaggi interessanti e il romanzo è un esercizio di esplorazione del potere della memoria. Il Sole che sparisce è soprattutto una metafora della perdita. Il protagonista ha perso il suo vero amore e da bambino aveva perso la madre che, come il Sole, è semplicemente scomparsa. Questo è un romanzo speculativo che tende al fantastico e Connor fa un meraviglioso lavoro nel descrivere lo strano viaggio del suo protagonista.
Chris Rutledge, Washington Independent Review of Books

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Questo articolo è uscito sul numero 1590 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati