Sulla stampa araba sono usciti molti commenti favorevoli alla decisione della Corte penale internazionale (Cpi) di emettere i mandati di arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della difesa israeliano Yoav Gallant e del capo del braccio armato di Hamas Mohammed Deif. Al Quds al Arabi la considera un’opportunità unica per unire le forze democratiche mondiali, in particolare quelle arabe, in nome della libertà, della democrazia e della giustizia. Ma c’è anche chi avverte di non farsi troppe illusioni. Motasem A Dalloul, corrispondente di Middle East Monitor dalla Striscia di Gaza, scrive: “Oltre a essere troppo tardi, la decisione non contribuirà a mettere fine alle sofferenze dei palestinesi, anche se Netanyahu e Gallant fossero arrestati”.
In un articolo su The New Arab, Alonso Gurmendi, ricercatore in diritti umani e politica alla London School of Economics, inserisce la decisione della Cpi nel contesto di un mondo in via di trasformazione. Secondo lui la battaglia dei palestinesi di fronte alla giustizia internazionale dimostra l’affermazione di un “sud globale sempre più forte, pronto ad appropriarsi del linguaggio del diritto come strumento di decolonizzazione”.
La condanna dei mezzi d’informazione israeliani è invece quasi unanime. Il Jerusalem Post definisce, per esempio, la decisione della corte “una farsa, uno scherzo, un errore giudiziario”. A criticare la condotta di Israele è invece Haaretz che in un editoriale parla del “punto più basso mai raggiunto dal paese a livello morale”. Il quotidiano progressista accusa il governo e l’opinione pubblica di rifiutarsi di ammettere la gravità dei crimini israeliani, con il sostegno della maggior parte di giornali e tv. Il 24 novembre il governo ha approvato una proposta che impedisce a tutti i funzionari e le organizzazioni legate all’esecutivo di avere contatti con Haaretz. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1591 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati