
Il 23 febbraio il sindaco di Cúcura, capoluogo del dipartimento colombiano Norte de Santander, al confine con il Venezuela, ha decretato il coprifuoco per far fronte all’aumento della violenza. Nelle ore precedenti l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), l’organizzazione guerrigliera più grande del paese, aveva fatto esplodere alcuni ordigni e attaccato con fucili d’assalto varie stazioni di polizia, scrive il sito Infobae. Il conflitto è esploso il 16 gennaio nella regione del Catatumbo tra i guerriglieri dell’Eln e i combattenti dell’Estado mayor central, un gruppo dissidente delle ex Farc. “Da allora”, scrive il quotidiano El País, “i morti si contano a decine. Il 18 febbraio il ministero della difesa ha parlato di 68 vittime e migliaia di persone sfollate. Si tratta senza dubbio della più grave crisi umanitaria degli ultimi decenni in Colombia e di un durissimo colpo alla politica della pace totale del presidente Gustavo Petro, che ha interrotto i negoziati con la guerriglia dell’Eln”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati