
Il 31 marzo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di essere “infuriato” con il leader russo Vladimir Putin, perché non collabora al possibile cessate il fuoco con l’Ucraina. Anzi, il Cremlino ha appena lanciato la più vasta campagna di arruolamento degli ultimi anni. Trump ha minacciato di introdurre nuove sanzioni, ma allo stesso tempo ha attaccato Volodymyr Zelenskyj per il mancato accordo sullo sfruttamento delle materie prime del sottosuolo ucraino in cambio degli aiuti militari. Il 28 marzo Zelenskyj aveva respinto una proposta di accordo degli Stati Uniti perché “troppo sfavorevole” al suo paese. E mentre a Kiev si torna a parlare di possibili elezioni in caso di un cessate il fuoco con Mosca, scrive l’Afp, i russi continuano a bombardare l’Ucraina: il 1 aprile un attacco contro la città meridionale di Kherson ha lasciato 45mila persone senza elettricità. Il ministro degli esteri ucraino Andrij Sybiha ha accusato la Russia di aver violato di nuovo la fragile tregua parziale sulle infrastrutture energetiche. Il ministero della difesa di Mosca ha risposto accusando gli ucraini di aver colpito un sito energetico nella regione frontaliera russa di Belgorod.
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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati