Nella scuola media dove andrà mio figlio è vietato portare il telefono, anche in tasca o nello zaino. Non è anacronistico obbligare i ragazzi a rinunciare alla comunicazione con i genitori prima o dopo scuola? –Aldo

Lo psicologo sociale Jonathan Haidt ha usato un’immagine molto efficace per parlare di telefoni in classe: “Per quelli della nostra generazione, che sono andati a scuola prima di internet, immaginate che a un certo punto ci fosse una nuova regola: ti puoi portare da casa il televisore, dei walkie talkie, un giradischi, li puoi mettere tutti sul banco, ti mettiamo a disposizione una presa elettrica e puoi usare tutta questa roba in classe mentre l’insegnante sta parlando. È follia pura, ma è quello che abbiamo fatto”. Effettivamente diverse ricerche sembrano dimostrare che il rendimento degli studenti è migliore nelle scuole dove non è consentito portare il telefono. In Francia, in Nuova Zelanda, in Finlandia e in Cina è già vietato; nei Paesi Bassi il divieto entrerà in vigore l’anno prossimo e una norma simile è in discussione in Inghilterra. E non basta chiedere di non tirarli fuori: “Nelle scuole in cui c’è la regola che il telefono va tenuto in tasca”, prosegue Haidt, “in pratica significa che lo devi nascondere dietro a un libro o sotto al banco se vuoi mandare un messaggio o guardare un video, perché è questo che fanno gli studenti”. Capisco la tua perplessità sul fatto che i ragazzi non abbiano il telefono nel tragitto scuola-casa. Come soluzione ideale, secondo me, la scuola potrebbe creare un luogo sicuro dove lasciare i telefoni durante le lezioni.

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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati