La fine dell’estate per me coincide con il ritorno al lavoro dopo sette mesi di maternità. Faccio un lavoro che mi piace e che mi è anche mancato, ma mi sento tremendamente in colpa a lasciare mio figlio alle cure di qualcun altro e mi chiedo come fare a superarlo. –Daniela
Di recente il profilo Instagram Freeda, che racconta storie di donne, ha pubblicato un’intervista all’attrice britannica Keira Knightley. Alla domanda se si sentisse in colpa quando è lontana dalla figlia per lavoro, ha risposto: “Mi sento moltissimo in colpa anche in questo momento. Sono a Los Angeles e lei è a Londra. Non si può portare una bambina di tre anni in trasferta per due giorni a Los Angeles. Però certo che mi sento in colpa, mi ci sento sempre. Non è facile, e io parlo da una posizione di grandissimo privilegio, visto che posso contare sul sostegno della mia famiglia e posso permettermi di assumere ottime persone che mi aiutino. Eppure, anche quando hai queste due cose, è comunque dura e hai un milione di conflitti interiori. Allo stesso tempo, però, mi ricordo di quanto fossi orgogliosa di mia madre quando lavorava e della vita che aveva fuori di casa, e credo che questo mi abbia formato come donna. Non giudicherei mai una donna per come decide di reagire alle pressioni della società, mentre invece giudico la società che fa quelle pressioni. Quindi sto cercando di far vedere a mia figlia, anche se ha solo tre anni, che deve andare avanti e non deve farsi zittire. E che può avere una vita piena dentro in una famiglia ma anche fuori, solo per se stessa”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1578 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati