Mia nipote di otto anni mangia pochissime cose, tutte scelte da lei. Con i miei figli ho sempre insistito che provassero tutto, ma mia sorella ha smesso di provarci perché pensa che sua figlia sia fatta così. Come le spiego che si tratta di approccio educativo e non di carattere? –J.

Ernesto, uno dei migliori amici di mio figlio, quando aveva otto anni aveva un piatto che amava più di qualunque altra cosa: la pasta con niente. Ho il sospetto che i bambini che arrivano a dieci anni nutrendosi solo di pane e pasta con niente siano molti di più di quanti crediamo. E non è solo un problema di approccio educativo. Secondo una ricerca della London’s global university sulle abitudini alimentari dei bambini tra i 16 mesi e i 13 anni, il fatto di avere gusti difficili è influenzato più da questioni genetiche che di educazione. Quindi tua sorella non ha tutti i torti. La stessa ricerca ha indicato altri fattori rilevanti, come cenare in famiglia, il tipo di cibo offerto o la pressione dei coetanei, ma tutti questi fattori insieme sono meno determinanti del dna. Questa ricerca riflette la mia esperienza personale: con i miei figli ho sempre insistito che mangiassero tutto e in effetti lo fanno. Ma mentre due di loro ci riescono senza sforzo, la terza ha una lista di cose che mangia solo perché deve, ma che se fosse per lei non toccherebbe. Eppure li abbiamo educati tutti e tre allo stesso modo. Mi viene da pensare che i genitori possono sicuramente insegnare ai figli a mangiare tutto, ma forse non è possibile insegnargli a trovare piacevole quello che non gli piace.
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Questo articolo è uscito sul numero 1583 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati