Cultura Suoni
GNX
Kendrick Lamar (Universal)

L’album del 2022 di Kendrick Lamar, , ha portato i suoi fan in un viaggio attraverso la crescita personale. Dopo quel progetto Lamar avrebbe potuto allontanarsi dal rap per concentrarsi sulla sua azienda, la pgLang. La faida con Drake, tuttavia, ha risvegliato il suo spirito competitivo. GNX è uscito il 22 novembre senza preavviso e mantiene gran parte dell’aggressività della sua produzione musicale di quest’anno, ma bilancia quell’energia con momenti d’introspezione. Il brano di apertura, Wacced out murals, inizialmente spiazza con la voce della cantante mariachi Deyra Barrera, ma si sposta rapidamente verso synth sinistri mentre Kendrick esprime rabbia per la distruzione di un murale di Compton a lui dedicato. E se la prende con altri rapper, da J Cole a Drake, da Snoop Dogg a Lil Wayne. I produttori Sounwave e Jack Antonoff (diventato famoso al fianco di Taylor Swift) sono la mano ferma che guida il progetto, intriso di un vivace stile losangelino. Dopo aver consegnato la trilogia di Good kid, m.A.A.d city, To pimp a butterfly e Damn, Lamar ha elaborato il trauma in Mr. Morale. Con GNX, invece, cavalca l’onda della sua faida con Drake, ma non ha ancora finito di dare fuoco all’industria discografica o di rinunciare al ruolo di più grande rapper vivente. GNX è eccellente, ma sembra un riscaldamento in vista di un’altra trilogia. Ora che Lamar è tornato in campo, aspettatevi che il suo prossimo album cambi di nuovo le carte in tavola.
Eddie Fu, Consequence

Christian & Mauro
Teho Teardo e Blixa Bargeld (Thomas Rabsch)

“Sono caduto nella buca del linguaggio” cantava Blixa Bargeld in Rampen: apm (alien pop music) degli Einstürzende Neubauten, uscito qualche mese fa. Un’affermazione contraddetta da , la sua nuova collaborazione con il compositore friulano Teho Teardo, dove Bargeld invece sta comodo in mezzo a tre lingue: tedesco, inglese e italiano. Le usa in maniera intercambiabile e le assapora fino all’ultimo fonema. Come sappiamo, il cantante va a braccetto con suoni metallici e violenti ma è anche un uomo rinascimentale, che con la sua voce inimitabile ha la stessa eleganza sia che si trovi con un quartetto d’archi sia che stia in un cantiere. Nonostante le allusioni alla morte, l’album è molto più arioso del precedente Nerissimo. L’abilità di Teardo di passare dalle colonne sonore o le composizioni classiche a canzoni più tradizionali dà a Bargeld uno spazio di libertà unico, in cui può tirare fuori immagini astratte ed evocative con arte divinatoria. Ancora una volta i due musicisti dimostrano quanto sia fruttuosa la loro unione.
Jeremy Allen, The Quietus

Bruckner: sinfonia n. 7, trascrizione per due pianoforti

Le sinfonie di Bruckner non si prestano facilmente alla riduzione per piano. Il problema è nei lunghi tremoli per archi, che se riprodotti alla lettera sullo strumento suonano come i peggiori cliché degli accompagnamenti dei film muti. Nella loro prima registrazione mondiale dell’arrangiamento per due pianoforti della settima sinfonia di Hermann Behn, Julius Zeman e Shun Oi aggirano il problema sottoponendoli a dinamiche, velocità e articolazioni sempre diverse. Questo garantisce una grande varietà e aiuta i pianisti a concentrarsi sul contrappunto. Le fluttuazioni di tempo nel primo movimento hanno un flusso e riflusso organico, e permettono ai temi di prendere forma. I cambiamenti di colore e di equilibrio segnano magnificamente le svolte armoniche dell’adagio. Nello scherzo l’interazione tra Zeman e Oi è più convincente di quella di molte esecuzioni orchestrali. E i due pianisti danno un carattere timbrico di grande effetto ai temi del finale. La settima sinfonia suonata da un’orchestra è fondamentale, ma se siete curiosi della versione due pianoforti questo disco fa per voi.
Jérémie Bigoire, Diapason

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1591 - 29 novembre 2024

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