A poche settimane dalle elezioni presidenziali del 21 novembre, l’immagine del presidente cileno Sebastián Piñera (centrodestra) è ulteriormente compromessa. Dopo le rivelazioni dell’inchiesta giornalistica Pandora papers, l’8 ottobre la procura generale ha aperto un’indagine per far luce sulla vendita dell’azienda mineraria Dominga ceduta dalla famiglia Piñera nel 2010 con una transazione avvenuta nelle Isole Vergini britanniche. Il pagamento era vincolato al fatto che, sull’area della miniera, non dovevano essere imposti vincoli ambientali. All’epoca la competenza era del governo di Piñera, già presidente.
Il leader cileno si dichiara innocente, sostenendo di non sapere niente di queste operazioni. I fatti, ha detto, erano già stati sottoposti a un’indagine approfondita, considerata “chiusa dalla giustizia” nel 2017. Le rivelazioni dei Pandora papers sono solo l’ennesima prova del confine poroso tra il ruolo istituzionale di Piñera, uno degli uomini più ricchi del paese, e i suoi affari. “Questa situazione fa crescere il malcontento dei cittadini, già delusi dalla classe politica”, afferma Susana Riquelme, politologa dell’università del Bío-Bío, a Concepción. Dal canto loro, i deputati dell’opposizione hanno avviato una procedura che potrebbe portare alla destituzione del presidente.
Atti xenofobi
Ma i problemi di Piñera non finiscono qui. Ad aprile quattro associazioni lo hanno accusato di crimini contro l’umanità davanti alla Corte penale internazionale dell’Aja per gli “attacchi generalizzati e sistematici contro la popolazione civile” durante la repressione violenta delle proteste scoppiate a ottobre del 2019.
Il candidato della coalizione di destra, Sebastián Sichel, cerca di prendere le distanze da Piñera: “Spero che sia innocente, ma non rappresento la continuità con nessuno. Con me comincia un nuovo ciclo politico”, ha dichiarato. Secondo gli ultimi sondaggi, che danno in vantaggio il candidato di sinistra Gabriel Boric, Sichel è stato distanziato anche dal candidato di estrema destra José Antonio Kast, un avvocato di 55 anni che è a favore della riduzione delle tasse, delle energie verdi e vuole imporre regole più rigide sui flussi migratori. Il 25 settembre alcuni abitanti di Iquique, una città costiera a quasi duemila chilometri a nord di Santiago, hanno bruciato gli effetti personali dei migranti venezuelani accampati in una piazza. Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per questi atti violenti e xenofobi. “Bisogna installare una barriera concreta, non un muro ma un fossato”, ha detto di recente Kast. Alcuni anni fa aveva dichiarato che se l’ex dittatore Augusto Pinochet “fosse stato vivo, avrebbe votato per lui”.
Bisogno di rinnovamento
“I sondaggi vanno interpretati con cautela”, afferma Riquelme, “d’altronde non erano stati in grado di anticipare i tanti voti a favore della scrittura di una nuova costituzione”, aggiunge riferendosi al referendum dell’ottobre 2020. “La cosa certa”, prosegue, “è che in modo del tutto diverso sia Kast sia Boric incarnano un rinnovamento. Invece per una parte dell’elettorato Sebastián Sichel e la democristiana Yasna Provoste simboleggiano la continuità con le politiche degli ultimi trent’anni”. I candidati di sinistra e di estrema destra in testa ai sondaggi in parte ampliano il divario tra i cileni che hanno respinto la stesura di una nuova costituzione e quelli che vorrebbero cambiare in modo radicale le fondamenta del paese, in particolare in materia di diritti sociali. La convenzione costituente ha cominciato a lavorare a luglio e ha da poco approvato il suo regolamento. Ora deve scrivere il testo costituzionale, che poi sarà sottoposto a un nuovo referendum a metà del 2022.
Il Cile guarda avanti, al dopo Piñera. Il suo mandato però non è ancora terminato, probabilmente ci sarà un ballottaggio il 19 dicembre e un passaggio di potere l’11 marzo 2022. “I prossimi mesi saranno difficili, con uno scarso margine di manovra politica per il governo e un contesto di grande incertezza”, dice Susana Riquelme. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati