Il successo estivo del film Oppenheimer di Christopher Nolan, in sala mentre è in corso una guerra promossa da una potenza nucleare, ricorda a tutti che la bomba atomica esiste ed è ancora uno dei maggiori pericoli per l’umanità. Proprio dal test Trinity, la prima esplosione nucleare realizzata nel deserto del New Mexico nel luglio 1945 e al centro del film, parte il racconto di Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo, che ripercorre la storia della proliferazione delle armi atomiche nel dopoguerra, la sua riduzione a partire dagli anni novanta, e la situazione attuale, offrendo dati utili sul numero di testate nucleari presenti in Europa e in Italia e sul loro costo economico e politico. Spiega quindi come fin da subito si sia formato un movimento di scienziati e di una parte della società civile, con un’importante presenza in Italia, che facendo pressione sulla diplomazia internazionale ha condotto prima al Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) del 1968 e più recentemente (nel 2017) all’apertura alla firma del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw). Vignarca spiega nel dettaglio il contenuto di questo nuovo accordo che, come verrà ricordato il prossimo 26 settembre in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, costituisce una speranza concreta per uscire dall’incubo. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1530 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati