“Quando scoppia una guerra, tra le prime vittime c’è la verità”. Questo principio, attribuito a volte al senatore statunitense Hiram Johnson che lo citò alla fine della prima guerra mondiale, altre al tragediografo greco Eschilo, appare tanto più minaccioso oggi che la verità sembra difficile da identificare anche in tempo di pace, a causa della crisi dei vecchi sistemi d’informazione e dell’esplosione dei social network. Per non rinunciare alla possibilità di distinguere tra le informazioni affidabili e quelle che non lo sono è utile questo manuale piccolo, chiaro e combattivo. Scritto da un giovane giornalista specializzato in Medio Oriente che lavora all’Ispi, contiene tutto il necessario per non farsi ingannare: un agile resoconto di come è cambiato il modo in cui ci informiamo e su cosa abbiamo guadagnato e perso nella trasformazione; una solida batteria di definizioni utili per operare una buona selezione delle fonti di notizie (primarie e secondarie, affidabili, di parte, di propaganda) basata su tanti esempi pratici e talvolta su esercizi che il lettore può praticare, e infine due studi di casi scelti tra i più difficili: quello della Siria dopo il 2011 e quello dell’invasione dell’Ucraina. Petronella cita per nome giornali, giornalisti e agenzie, permettendo di farsi un’idea propria e corretta tanto ad aspiranti giornalisti che a lettori sull’orlo di una crisi di nervi. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1547 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati