Sara Mazzini
Il mondo ci deve delle scuse
Aguaplano, 272 pagine, 18 euro

Mentre passo dall’afa di giugno ai temporali brianzoli, e ascolto il bollettino del maltempo, non riesco a fare a meno di pensare che l’ecoansia menzionata nella terza di copertina sia sotto la superficie della coscienza collettiva, in attesa di detonare. Sembra così nel mondo interiore ingarbugliato di Ivan: la madre è proprietaria di un appartamento che affitta su airbnb e il padre è seguace della new age. Ivan guarda al suo tempo con un certo distacco, e ce lo descrive attraverso le speranze e le disillusioni della generazione Z. L’amico di sempre che si barcamena tra impieghi accettati solo per poi raccontare in un podcast lo sfruttamento del lavoro dei giovani; Lula, la ragazza di cui è innamorato, che se n’è andata a Berlino e si è unita a un movimento ambientalista; e i conflitti con la generazione precedente che ci ha lasciato un mondo a cui serve un cambiamento radicale. Questo libro di Sara Mazzini è allo stesso tempo un saggio e un romanzo, che, alternando seconda e terza persona, flusso di coscienza e discorso diretto senza punteggiatura, rende faticoso entrare nella storia. Ma non sembra la narrazione in sé il punto di Mazzini, quanto piuttosto le riflessioni etiche, i temi politici, la complessità di un’epoca di fronte a cui ci pone con un linguaggio ricco e diretto. Leggerlo, anima la nostra coscienza politica. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1570 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati