Il 29 maggio Bola Tinubu, vincitore delle elezioni del 25 febbraio 2023, ha giurato da presidente. Tinubu, 71 anni, del partito All progressives congress (al potere), prende il posto di Muhammadu Buhari. Gli avversari di Tinubu alle ultime elezioni, Atiku Abubakar e Peter Obi, hanno contestato i risultati del voto in tribunale e il verdetto non è ancora arrivato. Il bimestrale nigeriano The Republic ricorda che dal 1999 ogni elezione è stata seguita da un ricorso in tribunale, e nessuno è stato mai accolto. “Bola Tinubu ha di fronte a sé il compito ingrato di unire una nazione divisa da fratture etniche e religiose, in piena crisi economica e dove i cittadini più istruiti scappano all’estero”, scrive la rivista. “I sostenitori di Tinubu, che è stato governatore di Lagos dal 1999 al 2007, sono convinti che lui possa ribaltare le sorti del paese, mentre i suoi critici, in gran parte ragazzi e ragazze, lo considerano un politico del passato”. Nel suo primo discorso pubblico Tinubu ha annunciato a sorpresa il taglio dei sussidi sul carburante, una misura che potrebbe avere ripercussioni sui prezzi di altri prodotti di uso quotidiano. ◆
Partenza in salita
Due processi a porte chiuse
Il 29 e il 30 maggio sono cominciati i processi a porte chiuse contro Elaheh Mohammadi, del quotidiano riformista Hammihan, e Niloufar Hamedi, del giornale Sharq, tra le prime giornaliste iraniane a occuparsi della morte di Mahsa Jina Amini, che ha provocato l’ondata di proteste contro il regime nel settembre 2022. Entrambe sono accusate di “collusione con poteri ostili” e rischiano la pena di morte. Secondo Iran Wire tredici giornalisti sono in carcere per aver seguito le contestazioni. ◆ Il 26 maggio l’Iran e il Belgio hanno fatto uno scambio di prigionieri in Oman: Teheran ha liberato l’operatore umanitario Olivier Vandecasteele, che era stato condannato a quarant’anni di carcere per spionaggio, e Bruxelles il diplomatico Assadollah Assadi, riconosciuto colpevole di terrorismo.
Un bilancio discutibile
Il 24 maggio il governo ha approvato il nuovo bilancio dello stato per il 2023-2024, che prevede finanziamenti per decine di milioni di euro agli ebrei ultraortodossi. Migliaia di persone hanno manifestato a Gerusalemme, accusando la coalizione al potere di “saccheggiare le casse dello stato”, scrive il Times of Israel.
Vittime collaterali
Dall’inizio della guerra nell’orfanotrofio Mygoma, nella capitale Khartoum, sono morti almeno cinquanta bambini, la metà dei quali aveva meno di un anno, rivela l’agenzia Reuters. Sono morti di infezioni, ma anche di fame e disidratazione, perché non c’erano abbastanza persone a occuparsi di loro e le interruzioni di corrente impedivano l’uso dell’aria condizionata e dei ventilatori. “I bambini di Mygoma sono le vittime invisibili di una guerra che ha ucciso più di settecento persone, ne ha ferite migliaia e ha costretto 1,3 milioni di sudanesi ad abbandonare le loro case”, scrive la Reuters. L’orfanotrofio si trova nel centro di Khartoum, dove si scontrano l’esercito sudanese del generale Abdel Fattah al Buhran e i paramilitari delle Forze di supporto rapido, comandati da Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemetti. A metà aprile, quando sono cominciati gli scontri, il centro accoglieva quattrocento bambini. Nelle ultime settimane a occuparsi di loro sono rimaste solo venti persone.
Il voto per tutti
Dal prossimo anno in Somalia si tornerà a votare con il suffragio universale, scrive Hiiraan online. Il sistema non è in vigore dal 1969, ma sarà ripristinato per le amministrative del 30 giugno 2024. È una delle novità annunciate dopo un incontro di quattro giorni a Mogadiscio tra il presidente Hassan Sheikh Mohamud e i leader della federazione somala, da cui è emersa anche la volontà di passare da una forma di governo parlamentare a una presidenziale. La riforma abolirebbe la figura del primo ministro, sostituito da un presidente e un vice scelti direttamente dagli elettori. Dal 2000 le elezioni somale si sono svolte in maniera indiretta, con un sistema basato sulla divisione in clan, una componente importante della società locale.
Uganda Il 29 maggio il presidente Yoweri Museveni ( nella foto ) ha ratificato una legge contro la comunità lgbt+, considerata una delle più dure del mondo perché in alcuni casi prevede la pena di morte.
Sudafrica Il 29 maggio il governo ha annunciato che tutti i funzionari stranieri che ad agosto parteciperanno al vertice dei Brics, il gruppo di economie emergenti, godranno dell’immunità diplomatica, compreso eventualmente Vladimir Putin, il presidente russo su cui pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati