Il 2 febbraio 2024 ha rassegnato le dimissioni Hafize Gaye Erkan (nella foto), la governatrice della banca centrale turca, appena otto mesi dopo la sua nomina. Erkan ha dichiarato che dietro la decisione c’è la volontà di proteggere la sua famiglia, e soprattutto la sua bambina di un anno e mezzo, da una violenta campagna diffamatoria in corso da settimane, scrive il quotidiano Hürriyet. In particolare alcuni giornali accusano il padre di Erkan di aver usato beni e strutture della banca centrale per scopi personali. Prima donna a guidare l’istituto, Erkan era stata chiamata per contrastare l’altissima inflazione e la svalutazione della lira: in questi mesi aveva deciso pesanti rialzi del costo del denaro, che è passato dall’8,5 al 45 per cento. Il 3 febbraio al posto di Erkan il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha nominato Fatih Karahan. ◆
Teheran aggira le sanzioni
“L’Iran ha usato due delle principali banche britanniche per spostare denaro in tutto il mondo” e sfuggire alle sanzioni occidentali, scrive il Financial Times. La Lloyds e la filiale britannica della banca spagnola Santander hanno fornito conti ad aziende controllate segretamente da un gruppo petrolchimico iraniano su cui gli Stati Uniti hanno imposto delle sanzioni nel 2018. “La Petrochemical Commercial Company”, aggiunge il quotidiano, “fa parte di una rete che secondo gli Stati Uniti raccoglie centinaia di milioni di dollari per i guardiani della rivoluzione e fa arrivare il denaro alle milizie finanziate dal regime iraniano” .
Quanto serve per la borsa
La Cina dovrebbe istituire al più presto un fondo di almeno diecimila miliardi di yuan (1.400 miliardi di dollari) per stabilizzare i suoi mercati azionari e recuperare la fiducia degli investitori. A breve termine Pechino dovrebbe mettere a disposizione fino a cinquecento miliardi di dollari. Ne è convinta la commissione di esperti incaricata dal governo cinese di studiare il problema, scrive Bloomberg. Da alcune settimane il mercato finanziario del paese asiatico registra forti perdite a causa della fuga di capitali, soprattutto stranieri. A gennaio l’indice Csi delle borse di Shanghai e Shenzhen ha perso il 6,3 per cento, chiudendo in calo per il sesto mese consecutivo e attestandosi al livello più basso degli ultimi cinque anni.
Danimarca Dal 1 gennaio 2024 in Danimarca sono stati interrotti i servizi postali della Post Nord, l’azienda controllata da Copenaghen insieme al governo svedese. Da quest’anno le consegne saranno affidate interamente a corrieri privati. La conseguenza principale è stato il raddoppio delle tariffe. Intanto in tutto il paese sono state smontate le cassette postali ed è stata bloccata la distribuzione dei giornali in abbonamento. La decisione è dovuta al costante calo della corrispondenza: nel 1999 erano stato inviate 1,46 miliardi di lettere, mentre dopo il 2020 si è passati al ritmo di duecento milioni all’anno. Il servizio era in perdita e costringeva il governo a continue iniezioni di liquidità.
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