La battuta di Jean-Claude Juncker, ex presidente della Commissione europea, non è mai stata così attuale: “Sappiamo cosa fare, ma non come essere rieletti dopo averlo fatto”. I cedimenti dei governi nazionali francese e italiano, ma anche della Commissione europea, di fronte alle proteste degli agricoltori per avere più sussidi senza dover ridurre le emissioni, indicano che il consenso sociale per le politiche verdi vacilla. Il centro studi Bruegel ha analizzato le politiche ambientali di trenta paesi tra il 2001 e il 2015 e il loro impatto elettorale: adottare misure stringenti in materia di transizione ecologica può costare l’11 per cento dei consensi in un anno elettorale. Cioè fa perdere le elezioni.
Per attuare la transizione ecologica, insomma, ci vorrebbero politici disposti a non essere rieletti, come l’ex commissario europeo al green deal Frans Timmermans, che a novembre nei Paesi Bassi ha perso contro le destre di Geert Wilders.
Ma dopo la sconfitta dei politici illuminati e verdi, i nuovi arrivati potrebbero cancellare le misure impopolari e rendere vano il sacrificio. Solo un’opinione pubblica compatta a sostegno della svolta sostenibile potrebbe superare questo stallo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1549 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati