Il partito greco Syriza, all’opposizione, ha chiesto l’apertura di un’indagine dopo che un servizio della Bbc ha rivelato che la guardia costiera ha causato la morte di decine di migranti nell’arco di tre anni. Secondo diversi testimoni almeno quaranta sono stati respinti dalle acque territoriali greche o da un’isola appena raggiunta, e almeno nove sono stati gettati in acqua. Intanto, i corpi di undici persone sono stati recuperati nelle acque tra la Tunisia e l’isola italiana di Lampedusa. Risultano invece disperse più di sessanta persone dopo un naufragio al largo delle coste calabresi.
Guardia costiera sotto accusa
Difendere la natura
Il 17 giugno l’Unione europea ha dato il via libera a una legge, già approvata a febbraio dal parlamento, che impone il ripristino degli ecosistemi danneggiati. Il testo, spiega la Reuters, impone ai governi dell’Unione di definire piani d’azione nazionali che entro il 2030 stabiliscano misure per la difesa degli ecosistemi terrestri e marittimi, dei corsi d’acqua, delle api e delle foreste.
Un fronte contro Le Pen
Con l’adesione del leader di Place publique, Raphaël Glucksmann, il Fronte popolare (di cui fanno parte anche il Partito socialista, France insoumise, Verdi e Partito comunista) si prepara ad affrontare l’estrema destra alle elezioni legislative del 30 giugno, con il secondo turno previsto per il 7 luglio. “Per Emmanuel Macron, lo scioglimento dell’assemblea nazionale avrebbe dovuto portare a un chiarimento del panorama politico. L’obiettivo erano i suoi avversari, ma non aveva capito che anche nel suo schieramento sarebbe stata fatta chiarezza. Il presidente l’ha in effetti frammentato come un puzzle. Le travi si sono spostate a tal punto che rischia di crollare. La maggioranza uscente sta mostrando tutta la realtà della sua posizione: non è altro che un castello di sabbia”, scrive il direttore di Libération, Serge July.
Nessun accordo sui nomi
Nel vertice informale che si è tenuto a Bruxelles il 17 giugno i leader europei non hanno trovato un accordo sulle cariche dell’Unione, anche se sono circolati alcuni nomi, spiega Politico: Ursula von der Leyen (al centro nella foto) è stata proposta dal Partito popolare europeo (Ppe) per restare alla presidenza della Commissione e Roberta Metsola a quella del parlamento; per la guida del Consiglio europeo si è parlato del socialista portoghese António Costa, e dell’estone Kaja Kallas come alta rappresentante per gli affari esteri. L’accordo, scrive il sito belga, è saltato per la richiesta del Ppe di dividere in due tranche da due anni e mezzo il mandato della presidenza del consiglio, opzione respinta dai socialisti. Un altro problema è arrivato dalla presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni, che chiedeva un peso maggiore dell’Italia nelle nomine. La soluzione è rimandata al vertice del 27 e 28 giugno. ◆
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