“Da settimane il Kenya è in subbuglio, dopo che i giovani sono scesi in piazza contro la legge finanziaria, chiedendo allo stesso tempo un’amministrazione dello stato più efficiente. Il presidente William Ruto l’11 luglio ha deciso di sciogliere il governo, promettendo di formarne uno più inclusivo e meno corrotto”, scrive il quotidiano The Standard. “La generazione Z (cioè i nati tra il 1997 e il 2012) e molti osservatori esterni continuano a tenere d’occhio Ruto per vedere se manterrà le promesse”. I manifestanti finora hanno ottenuto il ritiro della finanziaria, il licenziamento del procuratore generale, del capo della polizia e di gran parte dei ministri del governo. Le proteste sono comunque riprese il 16 luglio, dopo una pausa di due settimane, con centinaia di persone mobilitate a Nairobi e in altre città per chiedere nuove riforme, sfidando i gas lacrimogeni della polizia. Negli scontri del 16 luglio è morto un uomo, portando a più di 50 morti il bilancio della dura repressione della polizia. “È l’ultima fase di una rivoluzione in cantiere da quarant’anni”, scrive l’opinionista Patrick Gathara su Al Jazeera. ◆
Presidente sotto pressione
Elezioni scontate
Gli elettori delle zone controllate da Damasco sono andati ai seggi il 15 luglio per rinnovare il parlamento. Sono le quarte elezioni in Siria dal 2011, quando scoppiò la rivoluzione poi degenerata in una guerra civile. La vittoria del partito Baath del presidente Bashar al Assad è scontata. Enab Baladi ricorda che gli abitanti della provincia meridionale di Al Suwayda, dove da un anno si svolgono proteste contro il governo, hanno invitato a boicottare il voto, chiedendo un vero cambiamento politico e la fine del regime.
Una corsa senza rivali
In Algeria il 13 luglio “la segretaria generale del Partito dei lavoratori, Louisa Hanoune, ha ritirato la sua candidatura alle presidenziali del 7 settembre”, scrive il sito Tsa. Due giorni prima il presidente Abdelmajid Tebboune aveva annunciato di voler concorrere per un secondo mandato. Figura di primo piano dell’opposizione, Hanoune si era già candidata tre volte. Nel 2019, nel pieno della rivolta popolare hirak , era stata arrestata per “complotto contro lo stato”. Secondo lei, “leggi reazionarie e antidemocratiche” impediscono il corretto svolgimento delle elezioni.
La corruzione costa cara
Secondo un sondaggio basato su più di 33mila interviste realizzato dall’ufficio nazionale di statistica della Nigeria, nel 2023 i dipendenti pubblici nigeriani hanno preso tangenti per 721 miliardi di naira, cioè 1,3 miliardi di dollari, una somma equivalente allo 0,35 per cento del pil. Si tratta di poliziotti, infermieri, medici, ma soprattutto di giudici e agenti delle dogane e dell’immigrazione. Il 53 per cento degli intervistati ha dichiarato di aver pagato una tangente per ottenere il passaporto, il 40 per cento per una licenza commerciale e il 31 per cento per la patente di guida. Secondo loro, fa notare il quotidiano nigeriano The Punch, la corruzione è il quarto problema più grave della Nigeria, dopo il carovita, l’insicurezza e la disoccupazione. Ma c’è anche un lato positivo: cresce il numero di persone che si rifiuta di pagare. Nel 70 per cento dei casi, le vittime hanno cercato di opporsi almeno una volta a questa forma di estorsione.
Rep. Dem. del Congo Il 13 luglio un gruppo di uomini armati ha attaccato il villaggio di Kinsele (ovest) scontrandosi con l’esercito. Sono morte più di cinquanta persone, tra cui 42 aggressori. I miliziani, chiamati Mobondo, accusano i soldati di parteggiare per un gruppo etnico rivale.
Costa d’Avorio Il 15 luglio è stata lanciata una campagna di vaccinazione contro la malaria rivolta a 250mila bambini e bambine con meno di due anni.
Emirati Arabi Uniti Un tribunale di Abu Dhabi il 10 luglio ha condannato all’ergastolo 43 attivisti e dissidenti, accusati di voler creare “un’organizzazione terroristica”. Altri dieci sono stati condannati a pene tra i dieci e i quindici anni di carcere.
Oman Sei persone sono state uccise e circa trenta sono rimaste ferite il 16 luglio in una sparatoria vicino a una moschea sciita a Mascat, rivendicata dal gruppo Stato islamico.
Ruanda Il 15 luglio nove milioni di ruandesi sono stati chiamati alle urne per eleggere il parlamento e il presidente. Secondo i risultati parziali del 16 luglio, il presidente Paul Kagame ha ottenuto un quarto mandato, ricevendo il 99,15 per cento delle preferenze.
Somalia Nove persone sono morte la sera del 14 luglio, quando è esplosa un’autobomba a Mogadiscio. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo estremista islamico Al Shabaab.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati