Il 3 settembre il papa è arrivato in Indonesia cominciando un viaggio di 12 giorni in Asia che lo porterà anche in Papua Nuova Guinea, a Timor Leste e a Singapore. Durante la tappa papuana i gruppi cattolici e gli attivisti per i diritti dei richiedenti asilo sperano che Francesco aiuti ad attirare l’attenzione sulla situazione dei 48 richiedenti asilo e rifugiati bloccati in Papua Nuova Guinea in seguito a un accordo del 2013 tra Port Moresby e l’Australia. “Scappati dall’Afghanistan, dallo Sri Lanka e dal Medio Oriente, i profughi vivono in condizioni precarie, senza viveri, elettricità e assistenza medica in un paese in difficoltà economiche”, scrive The Diplomat.
Chi verrà dopo Kishida
Il Partito liberaldemocratico (Pld), al governo, ha annunciato che il voto per eleggere il successore dell’attuale segretario generale e primo ministro Fumio Kishida si terrà il 27 settembre. All’inizio di agosto Kishida, visti i consensi ai minimi storici, aveva annunciato che non si sarebbe candidato per un nuovo mandato. La discussa vicenda dei legami di molti deputati del Pld con la chiesa dell’unificazione e uno scandalo sui finanziamenti al partito che ha coinvolto politici molto vicini a Kishida hanno fatto perdere popolarità al Pld. Chi guiderà il partito dovrà prima di tutto risollevarne l’immagine, scrive Nikkei Asia. Tradizionalmente il leader del partito di governo diventa anche premier, e in lizza ci saranno undici candidati. Il più popolare tra la base secondo un sondaggio dell’agenzia Kyodo è Shinjiro Koizumi, 43 anni, ex ministro dell’ambiente e figlio dell’ex premier Junichiro Koizumi. Ma a decidere saranno le fazioni interne al partito. ◆
Il dovere di proteggere
La corte costituzionale della Corea del Sud ha stabilito che una parte della legge nazionale sul clima non protegge i diritti costituzionali delle future generazioni, perché non fissa gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica per gli anni successivi al 2031. La sentenza, la prima del genere in Asia, arriva quasi cinque anni dopo che alcuni gruppi di cittadini, di cui facevano parte anche bambini e ragazze, hanno presentato alla corte una petizione contro la risposta insufficiente del governo alla crisi climatica. La corte, scrive il Korea Times in un editoriale, ha riconosciuto che “le future generazioni saranno più esposte alla crisi climatica, ma hanno possibilità limitate di partecipare ai processi democratici attuali”. In particolare ha indicato come insufficiente l’articolo che impone al governo di stabilire obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030 senza però prevedere nulla per il periodo tra il 2031 e il 2049. Questa mancanza secondo la corte equivale a una violazione dei diritti fondamentali dei cittadini. Le controversie in materia di clima, spiega il quotidiano sudcoreano, sono diventate più frequenti. La sentenza ha dei precedenti in Germania e nel Montana, negli Stati Uniti. E procedimenti simili sono in corso in Giappone e a Taiwan.
Interessi reciproci
“Dal 4 al 6 settembre si è tenuto a Pechino l’incontro del Forum sulla cooperazione tra Cina e Africa. L’appuntamento triennale, in cui il presidente cinese Xi Jinping accoglie i leader di 53 paesi africani, serve a Pechino per mostrare la sua influenza nell’ordine mondiale dominato dall’occidente e ai paesi africani per stringere rapporti con la seconda economia mondiale su temi politici ed economici”, scrive Asia Times. “La Cina è il più importante partner commerciale dell’Africa e una fonte cruciale di investimenti per il continente. Il punto dolente in queste relazioni è l’indebitamento: tra il 2000 e il 2022 la Cina ha prestato un totale di 170 miliardi di dollari a 49 paesi e istituzioni africane e per quelli a cui ha dato di più difficilmente sarà disposta a ridurre il debito. Tuttavia, dato che su 193 stati delle Nazioni Unite 54 sono africani, questi hanno un peso geopolitico notevole. E per Pechino i loro voti nei consessi internazionali sono importanti”.
Afghanistan Almeno sei persone sono morte e decine sono rimaste ferite in un’esplosione a Kabul rivendicata dal gruppo Stato islamico. L’attentato era rivolto all’ufficio della procura del governo taliban “per vendicare tutti i musulmani detenuti in carcere”. L’attacco precedente dell’Is era stato a marzo.
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