Africa e Medio Oriente

La gioventù in ostaggio

“Ammutoliti e traumatizzati, cinque giovani sono stati liberati dopo quasi due settimane di prigionia”, scrive il quotidiano keniano The Standard commentando una serie di sequestri avvenuti prima di Natale di giovani attivisti, tra cui il vignettista Kibet Bull, noto per le critiche al presidente William Ruto. “Restano ancora molti interrogativi: chi li ha catturati, dove sono stati rinchiusi e dove si trova Steve Mbisi, di cui non si hanno più notizie”, continua il giornale.

Le organizzazioni keniane per i diritti umani hanno denunciato negli ultimi mesi diversi rapimenti di persone critiche verso le autorità – più di 80 negli ultimi sei mesi – attribuiti ad agenti delle forze dell’ordine, anche se la polizia nega il suo coinvolgimento. I sequestri sono cominciati a giugno durante le proteste contro la finanziaria, e si sono moltiplicati a dicembre, quando sui social media ha circolato un’immagine di Ruto in una bara, creata con l’ia. In generale, denuncia The Standard, “lo spazio democratico si sta restringendo”: “Dalle strade, dove si spara ai manifestanti, alle piattaforme online la battaglia per la libertà di espressione diventa più pericolosa”. ◆

Le sanzioni contro Hemetti

M. Nureldin Abdallah, Reuters/Contrasto

Gli Stati Uniti hanno dichiarato il 7 gennaio che i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) e i loro alleati hanno commesso un genocidio in Sudan.

Hanno deciso di imporre sanzioni al loro comandante Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemetti ( nella foto ), a sette aziende con sede negli Emirati Arabi Uniti e a un individuo legati alle Rsf che permettono l’approvvigionamento di armi ai paramilitari, scrive Sudan Tribune. Sono le prime sanzioni dirette contro uno dei protagonisti del conflitto in corso dall’aprile 2023.

Abolita la pena di morte

Il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha firmato il 31 dicembre 2024 una legge che abolisce la pena di morte nel paese. La decisione è stata lodata dall’Unione europea, riferisce il sito zimbabweano The Chronicle, riconoscendo che il paese africano ha raggiunto un traguardo fondamentale nella protezione dei diritti umani.

Un altro giornale locale, The Herald, precisa che tutte le pene capitali comminate finora dovranno essere commutate in ergastolo o in lunghe pene carcerarie. L’ultima impiccagione nel paese risale comunque a vent’anni fa.

La rivolta continua

Maputo, 28 dicembre (dpa/Getty)

Dopo che il 23 dicembre il consiglio costituzionale del Mozambico ha confermato la vittoria alle presidenziali del 9 ottobre di Daniel Chapo, il candidato del partito al potere Frelimo, è scoppiata una nuova ondata di proteste contro il governo, accusato di aver truccato il voto. Il bilancio è salito a 280 morti e 600 feriti da armi da fuoco, scrive il sito Club of Mozambique. Il 25 dicembre più di 1.500 detenuti di una prigione della capitale Maputo sono evasi approfittando del caos scatenato dai manifestanti, che hanno dato alle fiamme commissariati e sedi del Frelimo.

L’ex candidato indipendente alla presidenza Venâncio Mondlane, che continua a rivendicare la vittoria delle elezioni del 9 ottobre e che ha fatto da catalizzatore per le manifestazioni, ha annunciato per l’8 gennaio il suo ritorno in Mozambico, da dove era scappato perché temeva per la sua incolumità. Si calcola che le violenze postelettorali abbiano spinto almeno tredicimila persone a fuggire nel vicino Malawi.

rdc

I ribelli avanzano

Dopo i violenti combattimenti del 5 gennaio, il gruppo ribelle M23, che secondo il governo di Kinshasa e le Nazioni Unite è sostenuto dal Ruanda, ha conquistato due centri abitati, Masisi e Lushebere, nella provincia del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), mettendo in fuga centomila persone.

Molte di loro si sono dirette verso la città di Goma, che ospita quattro milioni di profughi, nota Al Jazee­ra. Secondo l’Onu solo nel 2024 i combattimenti tra l’M23 e l’esercito congolese hanno costretto quasi un milione di persone ad abbandonare le loro case. A metà dicembre è fallito in Angola un tentativo di trovare una soluzione pacifica a questo conflitto in corso dal 2022.

Etiopia Dopo una serie di scosse culminate nel terremoto di magnitudo 5,8 del 4 gennaio nella regione degli Afar (nordest), le autorità hanno ordinato a più di 20.500 persone di allontanarsi dalle zone a rischio di eruzione vulcanica. Il terremoto ha causato gravi danni ad abitazioni e infrastrutture.

Ghana Il 7 gennaio John Dramani Mahama si è insediato come presidente per la seconda volta, dopo aver vinto le elezioni il 9 dicembre con la promessa di migliorare l’economia del paese e di combattere la corruzione. Mahama aveva già guidato il paese tra il 2012 e il 2017.

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1596 - 10 gennaio 2025
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