Insieme allo scioglimento del parlamento e all’organizzazione di un referendum, la nomina di un nuovo primo ministro è uno degli strumenti a disposizione del presidente della repubblica francese per rilanciare la sua azione, risalire nei sondaggi e placare l’opinione pubblica. Tra le varie possibilità cambiare il primo ministro è la soluzione più immediata e meno rischiosa. Questa scelta descrive la situazione in cui si trova oggi Macron. Il presidente è costretto a governare senza una maggioranza in parlamento e sopravvive grazie all’articolo della costituzione che permette all’esecutivo di approvare leggi senza un voto del parlamento. Inoltre i disegni di legge che riescono a superare le forche caudine del parlamento risultano indeboliti e privi di ambizione, e dunque sono spesso da riscrivere. Quindi le elezioni europee di giugno sembravano arrivare nel momento peggiore per Macron. Il voto europeo e le sue conseguenze a livello nazionale rischiavano infatti di portare alla disfatta il suo schieramento e di rovinare l’ultima fase del suo mandato.
Accelerando il cambio della guardia al vertice del governo, Emmanuel Macron cercherà di ribaltare le previsioni alle elezioni europee, approfittando della novità garantita dal primo ministro, allo stesso tempo valutandone le potenzialità come suo possibile successore.
Gabriel Attal, infatti, è l’unica figura del suo schieramento ad avere un grande successo nei sondaggi. Questo lo rende un animale raro e fa di lui il potenziale salvatore del regno macroniano. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1545 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati