Vent’anni fa le autorità antitrust degli Stati Uniti e dell’Unione europea contestarono alla Microsoft di abusare della propria posizione dominante nei sistemi operativi – con Windows – per favorire altri servizi, come Internet Explorer o il lettore di musica Windows Media Player. Oggi non si comprano più i programmi dentro scatole di cartone con un cd-rom per l’installazione. Siamo nel mondo del cloud e del saas, cioè software as a service: le applicazioni sono servizi da usare pagando un canone mensile. Questo dovrebbe garantire la massima flessibilità all’utente. Ma la Salesforce, l’azienda che controlla Slack, l’app di comunicazione da ufficio, accusa la Microsoft di imporre il servizio concorrente Teams agli utenti del pacchetto Office. La Salesforce si è rivolta alla Commissione europea, che ha già ottenuto dalla Microsoft alcuni interventi per consentire la concorrenza. Ma non sono bastati, e ora si va al contenzioso. La multa da 497 milioni decisa nel 2004 dall’allora commissario Mario Monti ha spinto la Microsoft a innovare di più invece di vivere di rendita. Ma la tentazione del monopolio è sempre forte, e lo scontro ricomincia. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati