La Intel è in una crisi profonda, perché non ha saputo intercettare i nuovi flussi d’investimento sull’intelligenza artificiale ed è costretta a congelare i suoi investimenti in giro per il mondo. La costruzione del nuovo stabilimento in Germania dell’est, a Magdeburgo, è bloccata per i prossimi due anni: un lasso di tempo simile in un settore in così rapida evoluzione significa che forse l’impianto non si farà mai. Così il governo tedesco si trova a risparmiare dieci miliardi di euro di sussidi, perché un terzo dell’investimento per il sito produttivo era a carico del contribuente tedesco.

I dieci miliardi risparmiati andranno a ridurre il deficit pubblico o a sussidiare imprese diverse dalla Intel? Dalla risposta si capirà un po’ della traiettoria futura della Germania e dell’Unione europea. Il governo tedesco deve trovare dodici miliardi nella legge di bilancio 2025 per rispettare i vincoli costituzionali.

Si vedrà quale sceglierà tra le molte priorità in conflitto della politica europea, a Bruxelles o negli stati membri: la conformità alle regole di bilancio, che garantiscono la credibilità dell’euro, o l’inseguimento di un’autonomia strategica nei settori chiave, come auspicato anche dal rapporto Draghi? ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1582 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati