Mentre David Cameron annunciava le dimissioni subito dopo la vittoria della Brexit, il leader del Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip) Nigel Farage proclamava il 23 giugno “festa dell’indipendenza nazionale”. Discendente da una famiglia di ugonotti francesi e sposato con una donna di origine tedesca, Farage è diventato il volto più noto dell’euroscetticismo nel Regno Unito.
Nel 1992 quando Londra firmò il trattato di Maastricht con cui veniva istituita l’Unione europea, Farage, che allora aveva 28 anni, per protesta uscì dal Partito conservatore ed entrò nell’Anti-federalist league (Afl), il partito euroscettico fondato nel 1991 dallo storico Alan Sked. Nel 1993 per rendere immediatamente riconoscibile l’ispirazione antieuropea dell’Afl, il nome fu cambiato in Ukip. Farage fu uno dei fondatori del partito, di cui divenne leader nel 2006.
Nel 1999 Farage fu eletto per la prima volta al parlamento europeo, confermando il proprio seggio anche nel 2004, nel 2009, e nel 2014. Intanto il partito continuava a riscuotere successi. Nel 2002 gli iscritti all’Ukip erano circa diecimila, nel 2014 erano diventati più di 39mila. L’obiettivo di Farage e del suo partito era quello di indire un referendum sull’Europa per permettere ai cittadini di decidere se rimanere nell’Unione. Le elezioni europee del 22 maggio 2014 hanno rappresentato un punto di svolta per l’Ukip, che con il 26,6 per cento è diventato il primo partito del Regno Unito, ottenendo più di quattro milioni di voti e 24 seggi a Bruxelles.
L’Ukip verso il referendum
Le elezioni europee del 2014 hanno anche determinato la crisi del bipolarismo tra Partito conservatore e Partito laburista che aveva contrassegnato la politica inglese per buona parte del novecento: nel 1951 i due partiti si dividevano il 97 per cento dei voti; nel 2014 il 47 per cento. Il Partito conservatore, che nel 2002 contava 273mila iscritti, a dicembre del 2013 ne aveva persi quasi la metà.
Durante le elezioni politiche del Regno Unito dell’8 maggio 2015, David Cameron è stato rieletto premier, con il 36,9 per cento dei voti. Durante la campagna elettorale per la sue rielezione, Cameron, cercando di recuperare una parte dell’elettorato orientata verso l’Ukip, annunciò che in caso di vittoria avrebbe convocato un referendum sulla permanenza del Regno Unito in Europa. L’Ukip ha ottenuto il 12,7 per cento dei voti, ma un solo seggio in parlamento. Farage, che non è stato eletto a Westminster neanche in quell’occasione, in seguito alla sconfitta ha lasciato la guida dell’Ukip, ma le sue dimissioni non sono state accettate dalla dirigenza del partito.
Farage durante i suoi mandati da europarlamentare si è fatto notare per le sue dichiarazioni contro le istituzioni del Consiglio europeo. Come quando ha definito l’ex presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy uno “straccio sporco”, suscitando un polverone e attirandosi le simpatie di molti euroscettici.
Durante la campagna referendaria in favore della Brexit, molti dei temi centrali sono stati presentati proprio dall’Ukip, come per esempio la lotta all’immigrazione e la proposta di un sistema a punti che la controllasse. Farage ha anche annunciato che l’uscita del Regno Unito dal mercato unico non avrebbe provocato una crisi finanziaria, dal momento che “i tedeschi continueranno a volerci vendere le loro macchine, e i francesi il loro vino”.
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