Nella piccola città di Harlow, a 50 chilometri da Londra, ci sono state a pochi giorni di distanza due aggressioni contro dei cittadini polacchi. Nella notte fra il 3 e il 4 settembre due uomini sui 30 anni sono stati aggrediti davanti a un pub da un gruppo di quattro o cinque persone. Il primo è stato ferito alla testa, mentre il secondo ha il naso fratturato.
L’incidente è arrivato solo poche ore dopo una marcia silenziosa organizzata in omaggio ad Arkadiusz Jóźwik, un operaio polacco di 40 anni ucciso il 27 agosto. In entrambi i casi si tratterebbe secondo la polizia britannica di “atti di odio xenofobo”. Ma anche nel resto del Regno Unito sono stati segnalati diverse aggressioni verbali estremamente violente, come “Basta con i parassiti polacchi”.
Perché nella città di Harlow si è arrivati a questi episodi di violenza? La città, “nata grazie all’idealismo postbellico del governo laburista”, prometteva alle generazioni future un contesto ideale per “condurre una vita felice e gradevole”. Gli abitanti attribuiscono l’affermazione della xenofobia seguita alla vittoria della Brexit nel referendum del 23 giugno (che prevede uscita del Regno Unito dall’Unione europea) alla profonda crisi socioeconomica che coinvolge le giovani generazioni in tutto il paese.
Una miscela esplosiva
Il 5 settembre Varsavia ha inviato sul posto in tutta fretta il ministri degli esteri e quello dell’interno per chiedere al governo britannico una migliore protezione dei suoi cittadini, che vivono ormai nella paura.
“Dopo il referendum il razzismo è diventato un problema molto concreto”, conferma in un editoriale il giornalista Jakub Krupa. Questa città operaia, dopo essere stata in passato una roccaforte laburista, è ormai nelle mani dei conservatori. Qui il 23 giugno il 68 per cento degli elettori si è pronunciato in favore della Brexit.
Secondo Krupa l’unione di crimini xenofobi e di problemi strutturali – le bande giovanili, il clima di disillusione generale e le conseguenze dei drastici tagli nei servizi pubblici – possono rappresentare un potenziale “cocktail esplosivo”.
(Traduzione di Andrea De Ritis)
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it