I servizi segreti statunitensi e britannici hanno intercettato i telefoni di centinaia di migliaia di passeggeri sui voli della Air France e di altre compagnie aeree che permettevano l’uso degli smartphone a bordo. Lo rivela una nuova inchiesta pubblicata da Le Monde in collaborazione con il sito The Intercept e basata sui documenti forniti dall’informatore Edward Snowden.

Tra il 2005 e il 2013 l’agenzia nazionale per la sicurezza statunitense (Nsa) e la sua controparte britannica (Gchq) hanno messo in piedi un programma di sorveglianza chiamato Southwinds, con il quale sono state raccolte telefonate, email, sms, dati (anche quelli di Facebook, Twitter, Google Maps e Skype) e metadati, violando le reti disponibili sui voli a lunga percorrenza, che sfruttano i collegamenti satellitari per fornire internet ai passeggeri.

L’obiettivo iniziale sarebbe stato quello di sorvegliare dei potenziali terroristi, ma l’intelligence si è spinta oltre, spiando anche dei comuni cittadini, scrive Le Monde.

Le informazioni raccolte venivano poi incrociate con altri dati: le liste dei passeggeri, il numero del volo e altri dettagli. Le aree dove si sono svolte le attività di sorveglianza sono quelle coperte dal gestore britannico di comunicazioni satellitari Inmarsat: in particolare Europa, Medio Oriente e Africa. Secondo le stime di Le Monde, in tutto sarebbero state spiate centinaia di migliaia di persone.

I documenti top secret
La prova dell’esistenza del programma Southwinds sarebbe in due documenti pubblicato dal quotidiano francese, una lettera top secret circolata nel dipartimento Sid, una delle divisioni interne della Nsa, e una presentazione della Gchq del 2012. In quest’ultimo documento si legge che i dati dei telefoni venivano raccolti “quasi in tempo reale” e un aereo poteva essere “monitorato” ogni due minuti. Per spiare un telefono, si legge nei file forniti da Snowden, basta che l’aereo supporti lo standard gsm (il 2g) e che viaggi a un’altitudine superiore ai 10mila piedi.

La compagnia più al centro dell’attenzione era l’Air France. Le intercettazioni sui voli della compagnia di bandiera francese sono cominciate nel 2005 perché, stando alle analisi della Cia, insieme alla Air Mexico era considerata un “possibile obiettivo dei terroristi” già dalla fine del 2003. L’Air France ha testato per la prima volta l’uso di uno smartphone a bordo di un suo aereo il 17 dicembre 2007, durante un volo da Parigi a Varsavia.

L’agenzia di sorveglianza britannica Gchq si è documentata anche su altre 27 compagnie che avevano già autorizzato l’uso dei telefoni a bordo, soprattutto nei voli a lunga percorrenza. Tra queste c’erano la British Airways, Aeroflot, Etihad, Emirates, Singapore Airways, Turkish Airlines, Cathay Pacific e Lufthansa.

Spiati anche israeliani e palestinesi
Nel documento del dipartimento Sid ci sono diversi esempi di conversazioni intercettate, come quella del 23 marzo 2012 su un volo dell’Etihad tra New York e Denver, quella su un volo dell’Aeroflot tra Nizza e Mosca del 20 maggio 2011 e quella su un volo della Qatar Airways da Milano a Doha.

Le Monde ha svelato anche che l’Nsa e la Gchq hanno messo in piedi attività di sorveglianza nei confronti dei diplomatici israeliani, compresi i ministri degli esteri e gli ambasciatori. Tra gli intercettati, ci sarebbero anche le autorità palestinesi e quelle della Giordania.

Il Wall Street Journal e Der Spiegel avevano già documentato delle intercettazioni sulle comunicazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu. E il Guardian aveva già dimostrato come l’Nsa avesse messo sotto controllo il telefono della cancelliera tedesca Angela Merkel e di altri importanti leader stranieri.

Edward Snowden e il datagate
Questa è solo l’ultima vicenda legata allo scandalo datagate, scoppiato nel 2013. Con il nome datagate si identificano una serie di rivelazioni sulle attività di sorveglianza di massa nei confronti dei cittadini statunitensi e stranieri compiute dall’agenzia statunitense Nsa dal 2001. Le attività sono proseguite almeno fino al 2011.

Il caso si è aperto in seguito alla pubblicazione di alcuni documenti riservati diffusi da Edward Snowden, un ex consulente dell’Nsa entrato in possesso dei file mentre lavorava per la Booz Allen Hamilton, un’azienda che collabora con il dipartimento della difesa e i servizi d’intelligence degli Stati Uniti. I primi a diffonderli sono stati il Guardian e il Washington Post nel giugno 2013.

Edward Snowden attualmente vive in Russia, dove si è trasferito nel giugno 2013 per sfuggire alla giustizia statunitense. Le autorità di Mosca gli hanno concesso asilo politico fino al 3 luglio 2017. Nel frattempo Snowden sta cercando asilo in un altro paese, ma non esclude di tornare negli Stati Uniti per affrontare quello che lui definisce un “equo processo”.

I suoi avvocati hanno lanciato un’ampia campagna mediatica in occasione dell’uscita del film Snowden di Oliver Stone, per cercare di ottenere la grazia dal presidente Barack Obama.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it