Austria
Almeno quattro persone sono morte il 2 novembre durante un attacco jihadista a Vienna. Altre 14 persone sono rimaste ferite, sei delle quali in modo grave. Secondo le autorità è stato ucciso uno degli assalitori: un giovane di circa vent’anni con doppia cittadinanza austriaca e macedone, simpatizzante del gruppo Stato islamico e già arrestato nel 2019 mentre si dirigeva in Siria per unirsi ai jihadisti. La polizia ha fermato e interrogato una quindicina di persone legate all’attentatore, che avrebbe agito da solo. L’attacco si è verificato alle 20 in sei posti diversi nel cuore della capitale austriaca, vicino alla sinagoga e alla Wiener Staatsoper.

Afghanistan
Almeno 22 persone, in maggioranza studenti, sono morte il 2 novembre in un attacco rivendicato dal gruppo Stato islamico all’università di Kabul. L’attacco è durato alcune ore: prima un attentatore suicida si è fatto esplodere, poi altri due uomini hanno aperto il fuoco all’interno del campus.

Stati Uniti
Il 3 novembre decine di migliaia di statunitensi sono chiamati alle urne per scegliere tra il capo di stato uscente Donald Trump e il suo rivale democratico Joe Biden nelle elezioni presidenziali. Quasi cento milioni di statunitensi hanno già votato, di persona o per posta. Per vincere bisogna assicurarsi almeno 270 grandi elettori, che sono attribuiti a livello statale. Si vota anche per rinnovare la camera dei rappresentanti e circa un terzo del senato.

Perù
Il 2 novembre il parlamento ha avviato una nuova procedura di destituzione del presidente Martín Vizcarra per “incapacità morale”, legata a un presunto episodio di corruzione nel 2014. Vizcarra, che all’epoca era governatore della regione di Moquegua, avrebbe ricevuto del denaro in cambio di appalti pubblici. Il presidente, convocato in parlamento il prossimo 9 novembre, era già uscito indenne da una prima procedura di destituzione a settembre.

Etiopia
Il 2 novembre la Commissione etiope dei diritti umani ha annunciato che almeno 32 civili di etnia amhara sono stati uccisi domenica 1 novembre in un attacco condotto da un gruppo armato nella regione di Oromia. Secondo Amnesty international, le vittime sarebbero 54. Le autorità locali hanno attribuito l’attacco ai ribelli dell’Esercito di liberazione oromo (Ola).

Costa d’Avorio
Il 3 novembre la commissione elettorale ha annunciato che il presidente uscente Alassane Ouattara è stato confermato con il 94,27 per cento dei voti nelle elezioni del 31 ottobre. Lo scrutinio è stato boicottato dall’opposizione, che contestava la candidatura di Ouattara a un terzo mandato. Il 2 novembre l’opposizione ha annunciato la creazione di un consiglio nazionale di transizione, presieduto dall’ex presidente Henri Konan Bédié, con l’obiettivo di formare un governo di transizione che indica nuove elezioni.

Algeria
Il sì ha prevalso con il 66,8 per cento dei voti nel referendum costituzionale del 1 novembre. Il voto è stato però caratterizzato da un tasso di partecipazione molto basso, di appena il 23,7 per cento. Il referendum era stato indetto dal presidente Abdelmadjid Tebboune come gesto di apertura verso il movimento di protesta Hirak, che però ha denunciato un cambiamento di facciata.

Francia
Il 2 novembre il ministro dell’interno Gérald Darmanin ha annunciato lo scioglimento del gruppo ultranazionalista turco dei Lupi grigi, coinvolto di recente in alcuni scontri con la comunità armena a Lione. È in corso una grave crisi diplomatica tra Parigi e Ankara.

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