Si è aperta una nuova rotta secondaria nel Mediterraneo centrale: parte dalla Libia e arriva su una piccola isola greca a sud di Creta: Gavdos (Gozzo). Dall’inizio del 2024 sono arrivati 1.186 migranti sull’isola che è abitata normalmente da settanta persone ed è grande 29 chilometri quadrati. I migranti arrivano da Tobruk, una città sulla costa orientale della Libia, che si trova a circa duecento chilometri di distanza dall’isola.
Nel 2023 ne sono arrivati in tutto 860, ma i primi mesi del 2024 suggeriscono un nuovo corso che preoccupa le autorità. Sull’isola infatti non ci sono centri di accoglienza, mentre c’è una scuola, un panificio e due minimarket e un solo agente di polizia.
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha assicurato che sta affrontando il problema: “Siamo in contatto con Atene e con le autorità greche. Attualmente stiamo fornendo beni non alimentari, tra cui coperte, sacchi a pelo e kit igienici per soddisfare i bisogni di base”, ha affermato in un comunicato.
La maggior parte dei nuovi arrivati è rapidamente trasferita a Creta e poi nella Grecia continentale: è ospitata nei centri di accoglienza nei porti cretesi di Rethymno, di Heraklion o di Chania. Ma i trasferimenti da Gavdos sono impossibili quando c’è cattivo tempo e, secondo la Reuters, le persone si stanno rifugiando all’interno di un edificio abbandonato sull’isola, in mancanza di un centro di accoglienza.
“Creta non sarà lasciata sola e tantomeno Gavdos, che è un’isola molto piccola con pochi residenti”, ha detto il ministro dell’immigrazione Dimitris Kairidis dopo aver visitato l’isola il 1 aprile. “Siamo qui per aiutare la comunità locale. Le risorse e i mezzi ci sono”, ha detto Kairidis.
Il mese scorso l’Unione europea ha annunciato un pacchetto di finanziamenti da 7,4 miliardi di euro all’Egitto, come parte di una strategia per arginare i flussi migratori verso l’Europa. L’accordo è stato molto criticato dai gruppi che si occupano della difesa dei diritti umani.
La Grecia è stata finora interessata soprattutto dai flussi che arrivano dalla Turchia, in particolare nel 2015, quando quasi un milione di persone sono sbarcate sulle sue isole, causando una crisi umanitaria senza precedenti. Le isole interessate da quel flusso all’epoca erano più a est, vicino alla Turchia, come Lesbo e Chio.
Questo testo è tratto dalla newsletter Frontiere.
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