Cariche contro i manifestanti davanti al teatro  la Gaîté Lyrique occupato da circa quattrocento minorenni stranieri a Parigi, in Francia, il 18 marzo 2025. - Bastien Ohier, Hans Lucas/Afp
Cariche contro i manifestanti davanti al teatro la Gaîté Lyrique occupato da circa quattrocento minorenni stranieri a Parigi, in Francia, il 18 marzo 2025. (Bastien Ohier, Hans Lucas/Afp)

Il 18 marzo la polizia ha sgomberato centinaia di migranti minorenni da un teatro nel centro di Parigi. La polizia ha caricato con i manganelli le persone, quasi tutte originarie dell’Africa subsahariana, che da tre mesi avevano trovato rifugio nello storico teatro la Gaîté Lyrique, noto per le rappresentazioni di opera e balletto, mentre molti attivisti si erano radunati all’esterno per protestare contro lo sgombero. I manifestanti erano sul posto dalla mattina presto, perché erano stati informati dell’operazione. “Vergogna, vergogna”, gridavano. Ma i poliziotti in tenuta antisommossa si sono fatti strada attraverso i cordoni formati dagli attivisti e con cariche e manganellate, sono riusciti a entrare.

Ci sono stati nove feriti, tra cui sei migranti. Lo sgombero è avvenuto all’alba, dopo essere stato annunciato il giorno prima dal prefetto di Parigi Laurent Nuñez, che aveva definito l’occupazione “una minaccia all’ordine pubblico”. Durante l’operazione erano presenti funzionari della prefettura che offrivano agli sgomberati un posto in un centro di accoglienza in altre zone della Francia. Ma quasi tutti i migranti hanno rifiutato i trasferimenti. La maggior parte dei minori infatti non vuole lasciare la capitale perché è in attesa di un appuntamento per il permesso di soggiorno.

Questa occupazione nel centro di Parigi negli ultimi tempi era diventata un simbolo delle tensioni sull’accoglienza in un paese in cui le idee anti-immigrazione sono sempre più diffuse. Il 28 febbraio anche il miliardario e consigliere della presidenza statunitense Elon Musk era intervenuto sui social network commentando l’occupazione del teatro parigino, dicendo che “un’empatia suicida” rappresenta una minaccia per la “civiltà”.

Dopo lo sgombero, una ventina di minori migranti sono stati raggiunti da un ordine di espulsione. Lo ha denunciato il Collectif des jeunes du parc de Belleville, il coordinamento dei minorenni stranieri che si era costituito dopo l’occupazione del teatro, che in un comunicato stampa ha definito la misura “totalmente arbitraria e illegale, perché i minorenni non possono essere soggetti a questo tipo di espulsione”.

“Le loro date di nascita sono state modificate dalla polizia. Un giovane avrebbe compiuto 18 anni proprio il giorno dell’espulsione, che coincidenza!”, è scritto nel comunicato degli attivisti. “Ma i nostri avvocati hanno confermato che potremo presentare ricorso” contro la decisione, ha aggiunto Fouss, uno dei delegati del collettivo, in una conferenza stampa il 20 marzo.

Secondo gli attivisti, dopo lo sgombero i 450 giovani sono finiti “per strada, sparsi per tutta Parigi e la polizia li cerca per portarli via”. Secondo il gruppo, che denuncia diversi casi di violenza commessi dagli agenti durante lo sgombero “brutale”, circa sessanta di loro sarebbero stati arrestati e condotti in questura. Le associazioni si sono mobilitate per aiutare i giovani senza casa, molti di loro hanno perso i pochi beni di loro proprietà, rimasti nel teatro al momento dello sgombero.

L’associazione Sous le même ciel, che sostiene i minori non accompagnati, ha lanciato un appello per una raccolta di vestiti, coperte e tende per tutta la giornata del 22 marzo.

La direzione e i dipendenti della Gaîté Lyrique hanno espresso la loro “tristezza” nel vedere degli adolescenti tornare “in strada” dopo lo sgombero: durante i tre mesi di occupazione dell’edificio, avevano insistito affinché i giovani non venissero mandati via, senza che fosse offerta loro un’alternativa alla strada, ha affermato la direttrice del teatro Juliette Donadieu.

Questo articolo è stato tratto dalla newsletter Frontiere.

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