Il progetto di legge proposto dalla ministra francese del lavoro Myriam el Khomri ha scatenato un vero e proprio putiferio in Francia. Fin dalla presentazione del progetto, il 17 febbraio, è stata messa in rete una petizione che è stata firmata da oltre 1,3 milioni di persone. Maggiore facilità di licenziamento, allungamento dell’orario di lavoro e licenziamenti più facili: sono queste alcune delle misure che spingono in piazza i francesi in questi giorni.
Allungamento dell’orario di lavoro
Contrariamente a quanto credono in molti, l’orario settimanale di lavoro resta di 35 ore. Quello che potrebbe cambiare, invece, è la remunerazione degli straordinari. Attualmente le prime otto ore di straordinario sono pagate il 25 per cento in più, e quelle successive il cinquanta. Se la legge fosse approvata, un accordo interno all’azienda potrà ridurre tale maggiorazione al 10 per cento.
Per quanto riguarda la durata della giornata di lavoro, questa attualmente non supera le dieci ore ma potrebbe arrivare a 12 in seguito a un accordo di categoria o interno all’azienda. Le ore di lavoro settimanali potranno toccare le sessanta ore. In realtà, il codice del lavoro francese prevede già una simile possibilità nel quadro di “circostanze eccezionali”, su domanda della direzione del lavoro. Con la legge El Khomri, questo sarà possibile con un semplice accordo interno all’azienda.
Ultimo punto: gli apprendisti lavorano attualmente 35 ore settimanali, con un massimo di otto ore di lavoro al giorno. D’ora in poi il datore di lavoro potrà decidere di far lavorare i suoi apprendisti fino a quaranta ore alla settimana, con un massimo di dieci ore di lavoro quotidiane. In realtà si tratta di un’opzione già prevista dal codice del lavoro, ma è necessario l’accordo di un ispettore e di un medico del lavoro che d’ora in avanti, con la legge El Khomri, dovranno semplicemente esserne “informati”.
Indennità limitate
Le indennità cui potrà aver diritto un lavoratore, in caso di licenziamento irregolare, avranno un limite massimo. Attualmente è il giudice che stabilisce la somma che un’azienda deve versare al suo dipendente. Se la legge venisse approvata, le indennità saranno definite con criteri fissi, proporzionati all’anzianità di servizio del lavoratore. Quest’ultimo dovrà ricevere almeno tre mesi di stipendio se avrà lavorato meno di due anni nell’azienda. Per chi invece avrà lavorato oltre vent’anni nella stessa azienda i mesi di stipendio percepiti saranno al massimo quindici.
Tempo di riposo obbligatorio
Al momento la legge prevede che il lavoratore in reperibilità, vale a dire che sta a casa ma può essere chiamato in qualsiasi momento dal suo datore di lavoro, venga remunerato. Con la legge El Khomri, la reperibilità potrebbe trasformarsi in periodo di riposo. Invece il Comitato europeo dei diritti sociali previsto dalla Carta sociale europea prevede che la reperibilità possa essere pagata in misura minore, ma debba comunque essere conteggiata tra le ore di lavoro del dipendente.
Forfait giornaliero semplificato
Un datore di lavoro può attualmente decidere di pagare il suo dipendente con un forfait giornaliero, il che gli permette di non dover pagare più cari gli straordinari. Tuttavia il dipendente non può lavorare più di 235 giorni all’anno e deve beneficiare di 11 ore di riposo consecutive. Per poter applicare il forfait giornaliero le aziende devono attualmente firmare un accordo collettivo. D’ora in poi per applicarlo basterà un semplice accordo tra datore di lavoro e dipendente, e le undici ore di riposo potranno essere frazionate.
Licenziamento economico più semplice
Il codice del lavoro prevede che un dipendente possa essere licenziato se l’azienda attraversa delle difficoltà economiche, una “cessazione delle attività aziendali” o delle “trasformazioni tecnologiche”. Con la legge sul lavoro, potranno essere evocati due nuovi motivi: “una riorganizzazione necessaria al salvataggio dell’azienda” oppure “un calo degli ordinativi o del giro d’affari per vari trimestri consecutivi, rispetto alle stesso periodo dell’anno precedente; oppure delle perdite d’esercizio di diversi mesi; oppure un significativo calo delle finanze, o qualsiasi elemento tale da giustificare simili difficoltà”. In altre parole, sarà possibile licenziare un dipendente per rendere più competitiva un’azienda.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano belga Le Soir.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it