Dal 29 gennaio migliaia di persone hanno preso d’assalto Ottawa in quello che è stato definito un “convoglio per la libertà”.
Quella che era nata come una protesta contro la decisione del governo federale di imporre dal 15 gennaio l’obbligo vaccinale per tutti i camionisti che attraversano il confine canadese (da allora anche gli Stati Uniti hanno introdotto una legge simile) si è evoluta fino a diventare qualcosa di molto più inquietante.
Partito da Delta, nella Columbia Britannica, il convoglio di camion e tir ha ricevuto un grande sostegno in tutto il paese. I manifestanti provenienti dalla costa occidentale e da quella orientale si sono dati appuntamento a Ottawa, dove hanno interrotto il traffico, sono entrati senza mascherina negli edifici pubblici, hanno continuato a suonare i clacson nel cuore della notte e hanno spaventato i residenti.
I leader promettono che resteranno a Ottawa finché non otterranno una risposta dal governo federale. Il movimento è stato accusato di essere il prodotto dell’azione dell’estrema destra canadese, o quantomeno di incoraggiarne la partecipazione.
La destra all’assalto
Il convoglio è stato organizzato da Canada unity, un’organizzazione che ha criticato duramente le restrizioni legate alla pandemia. Le inchieste hanno dimostrato che l’attività del gruppo la svolgono soprattutto simpatizzanti o attivisti dell’estrema destra.
Per esempio Tamara Lich, esponente della formazione di destra Maverick party, formalmente affiliata al #Wexit movement, ha avviato una campagna GoFundMe per il convoglio e fino all’1 febbraio aveva raccolto più di 9,5 milioni di dollari canadesi.
Riguardo al convoglio, Lich ha dichiarato che il tema della protesta non sono i vaccini, ma la difesa dei diritti e delle libertà dei canadesi.
Un altro leader del convoglio, Dave Steenburg, ha condiviso sui social media teorie del complotto in merito ai vaccini e addirittura alcuni interventi che chiedono di punire come criminali di guerra le persone che hanno approvato e applicato le restrizioni. Steenburg ha attirato l’attenzione generale quando ha pubblicato il logo dei Soldiers of Odin (un gruppo di estrema destra conosciuto per le sue campagne d’odio) sui suoi profili online, incitando i canadesi a combattere per i propri diritti.
Il movimento non è omogeneo, e la maggior parte dei camionisti rispetta l’obbligo vaccinale
Patrick King, un altro organizzatore, ha dichiarato di credere che il vaccino sia stato creato per “ridurre” la razza bianca. B.J. Dichter, un altro dei partecipanti al convoglio, è conosciuto per le sue posizioni islamofobe. Molte persone coinvolte hanno dichiarato che il convoglio è una manifestazione antivaccini, mentre altri sostengono che si tratti di un movimento nazionale per la difesa dei diritti e contro l’ingerenza del governo.
Il movimento non è omogeneo, ed è già stato criticato dall’interno del settore che dovrebbe rappresentare: la maggior parte dei camionisti, infatti, rispetta l’obbligo vaccinale. Il primo ministro Justin Trudeau e la Canadian trucking alliance hanno dichiarato che l’85-90 per cento dei camionisti ha già completato il ciclo vaccinale. Alcuni rappresentanti del settore hanno criticato il convoglio definendolo “imbarazzante”.
Libertà per chi?
Oggi, i residenti di Ottawa si sentono intrappolati nelle loro case, l’esatta antitesi della libertà. Il fatto che diversi esponenti dell’estrema destra canadese abbiano partecipato all’organizzazione e allo svolgimento del convoglio è preoccupante. È necessario chiedersi in che modo i gruppi di estrema destra siano stati coinvolti nell’iniziativa, quale sia il loro ruolo e come sia stato possibile che una presunta “perdita di libertà” abbia attirato così tanti sostenitori.
Il movimento di estrema destra canadese è cresciuto parecchio negli ultimi anni, e molti hanno suggerito che il sostegno ottenuto in tutto il paese rappresenti una minaccia concreta. Inoltre cresce la preoccupazione rispetto alle tecniche di mobilitazione online adottate da questi gruppi.
Molte rivolte organizzate dall’estrema destra originano e proseguono online anche dopo che le proteste si sono concluse, a cominciare dal raduno Unite the right del 2017. Alcuni gruppi di estrema destra hanno influenzato sul campo la politica e i partiti, e questo lascia pensare che i movimenti o i loro programmi riescano a raggiungere l’elettorato.
Il dolore dimenticato
Il “convoglio della libertà” è solo una manifestazione del modo in cui l’estrema destra riesce a coinvolgere la popolazione mascherando le proprie cause da rivendicazioni di libertà e diritti. A questo punto il timore è che il convoglio possa rafforzare in futuro la presenza populista nella politica canadese.
Gli eventi di queste settimane hanno messo in secondo piano il dolore di molte comunità. Mentre il convoglio si avvicinava a Ottawa, infatti, 93 tombe di bambini indigeni sono state ritrovate attorno alla ex scuola residenziale St. Joseph’s Mission.
Alcuni partecipanti al convoglio hanno sventolato bandiere con la svastica nel giorno della memoria dell’olocausto. A Ottawa una veglia per commemorare l’anniversario dell’attacco contro la moschea di Québec City è stata cancellata nel timore di scontri violenti.
In un momento in cui il paese dovrebbe unirsi intorno a queste cause, combattendo contro la violenza strutturale per proteggere le nostre comunità, siamo costretti a dedicare tempo, risorse e attenzione a questo convoglio per la “libertà”.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Questo articolo è uscito su The Conversation.
- Dal 29 gennaio centinaia di camion bloccano il centro della capitale canadese, Ottawa, e stazionano davanti al parlamento e alle finestre del primo ministro Justin Trudeau.
- Il movimento di protesta, soprannominato “convoglio della libertà”, è nato originariamente contro la decisione di imporre ai lavoratori transfrontalieri, tra cui i camionisti, di essere vaccinati per poter attraversare il confine tra Canada e Stati Uniti. Ma si è rapidamente trasformato in un movimento contro le misure anticovid in generale e, per alcuni, contro il governo.
- Alcune strade del centro di Ottawa sono inaccessibili al traffico, le attività commerciali sono state chiuse e i manifestanti si sono accampati nelle piazze, trascorrendo giorno e notte suonando il clacson. I residenti, accerchiati dal rumore e dalle esalazioni dei motori diesel, hanno avviato una class action contro gli organizzatori della manifestazione, chiedendo circa dieci milioni di dollari canadesi (sette milioni di euro).
- Il 6 febbraio il sindaco di Ottawa Jim Watson ha decretato lo stato di emergenza e il giorno dopo ha chiesto allo stato federale di inviare 1.800 agenti di polizia e un mediatore per porre fine all’“assedio” della città.
- Le proteste si sono estese ad altre città canadesi (Toronto, Winnipeg, Québec City).
- Anche se la mobilitazione dei camionisti è appoggiata solo da una minoranza di cittadini (il 32 per cento secondo un recente sondaggio), si tratta comunque di una parte della popolazione più ampia rispetto al 10 per cento degli adulti non vaccinati.–Afp
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