Non è stata una sorpresa, ma uno shock. Ho chiesto a un diplomatico europeo che sta per lasciare l’incarico in Palestina e Israele se c’è qualcosa che lo ha stupito nei suoi quattro anni di servizio. È rimasto sconvolto da come la colonizzazione israeliana in Cisgiordania e a Gerusalemme avvenga alla luce del sole, senza nessuna preoccupazione di nasconderla.

Quello che invece è uno shock per noi, non solo per i palestinesi ma anche per gli israeliani disgustati dalla colonizzazione sempre più aggressiva, è l’acquiescenza de facto dell’Unione europea. Ho chiesto al diplomatico come giustifica l’impotenza del suo governo e di Bruxelles davanti agli abusi dei diritti umani, del diritto internazionale e delle risoluzioni dell’Onu. Mi ha dato la solita risposta: il peso della storia.

Ogni giorno scopriamo che sono stati costruiti nuovi avamposti dei coloni, illegali perfino per le leggi israeliane. Questi avamposti restano dove sono e si allargano, mentre i coloni terrorizzano i palestinesi che vivono nelle vicinanze. Un giudice ha appena autorizzato uno di questi avamposti a est di Ramallah, sostenendo che lo stato gli ha assegnato quelle terre palestinesi in buona fede e non c’è motivo di annullare il provvedimento.

Il cantiere di un altro avamposto è spuntato a ovest di Ramallah fra tre villaggi palestinesi, i cui abitanti sono condannati alla paura e alla violenza. Un terzo è apparso su una collina a nord della città. Tutto in un giorno. Le condanne dell’Unione sono uno scherzo che ci fa piangere.

Questa rubrica è uscita il 31 agosto 2018 nel numero 1271 di Internazionale, a pagina 25. Traduzione di Andrea Sparacino.

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